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Marianne Catzaras alla Fiera internazionale del libro a Tunisi con la raccolta “J’ai fermé mes maisons”

L'artista tunisina con genitori greci nei trenta componimenti riprende i temi salienti della sua vita, spaziando dalle radici all’attaccamento alla terra, alla violenza dell’uomo verso l’uomo e alla sensazione di straniamento di chi vive in esilio.

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Marianne Catzaras, tunisina con genitori greci, artista poliedrica e talento difficile da imbrigliare in categorie classiche, è stata una delle protagoniste della Fiera internazionale del libro, giunta alle 36esima edizione, dedicata alla letteratura e ospitata al palazzo delle esposizioni del Kram. Per l’occasione, Catzaras ha presentato il suo lavoro in versi, la raccolta J’ai fermé mes maisons, con prefazione di Murielle Szac. I temi salienti della vita dell’autrice tornano con prepotenza in circa trenta componimenti che spaziano dalle radici all’attaccamento alla terra, la violenza dell’uomo verso l’uomo e la sensazione di straniamento di chi vive in esilio. I versi di Catzaras non sono mai descrittivi, non è l’occhio del reporter che scrive, ma quello dell’artista, che usa la pittura o i versi per fissare momenti. Le sue parole funzionano come immagini, flash, impressioni che si fanno parole e restituiscono emozioni. Come questa poesia, che dà il titolo a tutta la raccolta:

«J’ai fermé mes maisons / Une à une ce matin / Et je pars […] / La maison de l’enfance / Où dort éternellement / La jeune femme maigre / Aux seins nus / Et la maison des routes / Où le vieil Œdipe / Assis sur un rocher / Sans ailes / Rit aux éclats».

Le case di Marianne Catzaras sono i luoghi della sua anima. Quella dell’infanzia. Quella dell’estate, con le sedie abbandonate davanti all’uscio. La casa dell’inverno, «cui l’oceano ha portato via le chiavi». E poi la casa della cena della vigilia, un richiamo forte all’unità della famiglia e al calore del focolare, fino alla «casa del cimitero, più insolente che mai», la casa degli amici, quella del poeta, «piccola farfalla che la morte corteggia». Per ultima, la casa delle pagine. Chiusa anche quella, «e me ne vado stamattina, nel segreto del tempo, un tempo di scale senza sosta e senza orologi, un tempo con le braccia troppo corte».

L'artista, a destra, alla presentazione del libro - photo credits Rosita Ferrato

La fiera del libro di Tunisi ha accolto anche sul palco l’autrice esordiente e già avvocato, docente universitaria e attrice Chema Ben Chaabene, con il suo Le soleil se lève toujours en orient. Una raccolta che parla di libertà, di un lungo viaggio verso est, ma che non è solo uno spostamento fisico, ma anche dello spirito. Sono versi piacevoli, che suggeriscono atmosfere fascinose e allontanano dal brusio della vita quotidiana, in cui è sempre più difficile lasciare spazio allo scorrere del pensiero e dell’immaginazione.

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