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Quando la Rai trasmetteva in Tunisia : storie di tunisini che hanno imparato la lingua italiana grazie alla nostra tv di stato

La Rai è arrivata in Tunisia prima ancora della tv di stato locale ed è rimasta a disposizione dei tunisini gratuitamente fino al 2010. Crescendo un'intera generazione di tunisini, che attraverso la tv di stato italiano ha imparato la lingua italiana, alcuni trovando lavoro e l'amore. Abbiamo raccolto alcune testimonianze.

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C’era un tempo in cui la Rai era visibile anche in Tunisia e ha cresciuto una generazione di tunisini. Tunisini che, grazie a « mamma Rai », non solo hanno imparato la lingua italiana, ma per una serie di fortunate coincidenze, hanno trovato l’amore o il lavoro. Abbiamo raccolto alcune testimonianze al riguardo.

Dali Ghazi, da « Ciao ragazzi » a un tirocinio in Sicilia, dove ha incontrato la moglie

« Mia mamma lavorava, così venivo affidato a mia nonna, che dovendo sbrigare le faccende di casa mi metteva davanti alla tv – racconta Dali Ghazi, 51 anni -. Nel mio caso l’interesse alla lingua italiana è dovuto a circostanze casuali. D’estate, mettendo sull’antenna la parte della pentola couscoussiera con i buchi, si formava un’antenna particolare, con cui si potevano prendere i canali televisivi di Italia ed Algeria. Avevo quattro anni: la tv nazionale tunisina trasmetteva solo dalle 17.00, da mezzogiorno si guardava la Rai. Ricordo che il mercoledì non si andava a scuola e guardavo i cartoni animati, ricordo anche la trasmissione ‘Ciao ragazzi’. L’offerta televisiva non era molta all’epoca, non come oggi. L’accesso alla lingua italiana è avvenuto tramite i cartoni animati : ricordo ancora bene le sigle. Lì la lingua è molto semplice, ripetitiva, con le immagini che aiutano.

L’ho imparata ad intuito, come se fosse stata la mia lingua madre, facendo associazione tra ciò che vedevo, sentivo e capivo. Fino al momento del televideo : a quel punto cominciai a leggere e a imparare anche la lingua scritta. A undici anni trovai in una bancarella un giallo Mondadori, lo comprai per vedere se riuscivo a leggerlo : lo lessi senza problemi. Tornando ai programmi Rai, ero molto interessato a Superquark e alla politica italiana. Quando c’erano le elezioni, stavo sveglio a guardare lo spoglio, i commenti, imparavo la vita politica degli altri. Quando vi fu l’attacco alla città di Gafsa, stavo guardando il tg di mezzanotte, avevano fatto vedere la cartina della Tunisia, con la città di Gafsa e un’icona delle fiamme, si parlava di un raid israeliano. Non capivo tutto perfettamente, ma riferii quanto era successo ai miei genitori, che non mi credettero. Il giorno seguente la tv tunisina ne parlò.

Padroneggiare una lingua ti rende più vicino alla cultura di un Paese : ti apre un’altra dimensione. In seguito non ho mai frequentato nessun corso di lingua italiana, non ce n’era bisogno, mi veniva naturale : anche per quanto riguarda l’ortografia e la costruzione grammaticale non faccio errori, ma ad esempio, se mi chiedessero di coniugare un verbo in un determinato tempo, non riuscirei, avendo appreso tutto in modo naturale. La lingua italiana ha determinato il resto della mia vita. Ho studiato Medicina e l’ultimo anno prevedeva un tirocinio : siccome sapevano che conoscevo la lingua italiana, mi chiesero se volevo andare in Sicilia, a Palermo. Così all’età di trent’anni partii e lì tenetti dei corsi di psicomotricità in lingua italiana. E durante il tirocinio conobbi mia moglie, italiana. La lingua italiana ha inoltre partecipato alla costruzione della mia visione della vita, ha aggiunto un’altra cultura e ha amplificato la mia visione del mondo, permettendomi di guardarlo da un’altra prospettiva ».

Ghazi Dali, 51 anni, grazie alla lingua italiana ha svolto un tirocinio in Sicilia, dove ha conosciuto la moglie, italiana

Khaled Benhamed : dai film sulla Rai in bianco e nero a una vita in Italia come fotografo

« Quando Craxi era presidente del Consiglio, venne in visita ufficiale in Tunisia e venne siglato un accordo per uno scambio culturale e linguistico tra i due Paesi : fece mettere dei ripetitori in tutto il territorio tunisino in modo che potessimo vedere Raiuno – racconta Khaled Benhamed, 60 anni, di Douz -. Ricordo una lunga antenna portata nel deserto, una piccola tv che andava con la batteria della macchina e trasmetteva Raffaella Carrà ; i signori più anziani che nella moschea, prima della preghiera del tramonto, parlavano non solo delle proprie famiglie, ma della Carrà e di come erano vestite le ballerine. Era diventata un fenomeno sociale.

Alla fine degli anni ’80, mentre ero alla ricerca di un lavoro, la sera guardavo la Rai : la nostra tv dopo le 22 non trasmeteva più nulla. Guardavo i film per allenare l’orecchio a sentire questa lingua che suonava benissimo, dalla erre francese ero passato alla erre italiana, era una lingua molto più musicale. Un giorno incontro un turista italiano, in vacanza a Douz, che mi consiglia di seguire i cartoni animati se davvero volevo imparare bene la sua lingua italiana. Con gli anni mi sono innamorato di questa lingua. Quando ho cominciato a lavorare come guida turistica, chiedevo ai gruppi di turisti italiani di correggermi se sbagliavo, perché volevo impararla perfettamente e migliorarmi. Mi suggerirono di imparare anche la lingua scritta : prendevo le riviste in italiano e ricopiavo ciò che vedevo.

Praticamente ho imparato l’italiano grazie alla Rai e alle riviste. Poi durante uno dei miei tour ho conosciuto mia moglie, italiana, e sono venuto in Italia. L’anno scorso ho ottenuto la cittadinanza : con il decreto Salvini era necessario avere il livello B1, ma per me non ci sono stati problemi : ho fatto delle lezioni per due mesi e poi ho passato l’esame al primo colpo, con il massimo dei voti. Ero felicissimo. Non avrei mai pensato di arrivare a questi livelli : dai film in bianco e nero della Rai ho sposato una donna italiana e ora vivo e lavoro in Italia come fotografo. La prima barriera tra le persone è la lingua : il nostro profeta Muhammad diceva sempre che chi impara un’altra lingua ha un’altra vita, nel senso che se si conosce la lingua di un Paese, poi si riesce a fare tutto ciò che si vuole, si è indipendenti ».

Khaled Benhamed, 60 anni, di Douz, prima guida turistica sahariana, ora fotografo in Italia

Anis Zouari : da commesso in un alimentari a direttore di un’azienda italiana per dei destini incrociati

« La lingua italiana è stata molto importante nella mia vita, qualcosa di casuale che però mi ha portato dove sono ora, per una serie di destini incrociati ». Anis Zouari, 39 anni di Kelibia, racconta il suo incontro con la lingua italiana : « Avevo dieci anni e avevo appena terminato la scuola elementare. Da noi durante il periodo estivo si usa fare dei lavori stagionali : ero di una famiglia modesta e con quel guadagno avrei potuto comprare libri scolastici e vestiti e scarpe nuovi. Mio padre mi portò a lavorare in un negozio di alimentari : il proprietario, Wahid, aveva una tv, dove trasmettevano solo canali italiani. Da mattina a sera vedevo Raiuno, Italia Uno, Canale Cinque, senza capire nulla. Guardavo ‘Bim Bum Bam’, ‘Solletico’, ‘Lupin’, ‘Topo Gigio’, ricordo ancora le sigle di tutti i cartoni. Ero bravo a scuola, lì si studiava arabo e francese. Essendo la lingua italiana non troppo lontana da quella francese, un bambino sveglio riesce a capire il significato di una scena, di un racconto. Capivo tutto ciò che guardavo, ma non parlavo, non avevo la possibilità di praticare la lingua.

Dopo due o tre anni, un giorno ero in un supermercato a fare la spesa per mia mamma. C’erano due signore italiane che cercavano la candeggina, avevano chiesto al proprietario, ma lui non capiva. Intervenni dicendo che le avrei accompagnate a prendere il prodotto desiderato : con tutte le pubblicità viste alla tv, sapevo cosa fosse la candeggina. In francese si dice javel, non c’era una somiglianza tale affinchè qualcuno che non conosceva l’italiano potesse capire ugualmente. Ricordo che la signora mi comprò una tavoletta di cioccolato per ringraziarmi. Questo episodio fu il primo cambiamento positivo nella mia vita : quando il proprietario mi vide aiutare queste signore, mi chiese se volessi lavorare da lui durante il periodo estivo, offrendomi 200 dinari al mese, una cifra consistente, considerando che nell’altro negozio guadagnavo 28 dinari al mese. Ci ho lavorato per quattro stagioni, fino alla maturità.

Dopo aver imparato l’italiano con la Rai, iniziai a studiarlo a scuola, prima alle scuole medie e poi al liceo scientifico lo scelsi come quarta lingua. Due ore per una volta a settimana : il mio insegnante era moto sorpreso, diceva che il mio accento fosse perfetto, mi chiedeva se fossi italiano, se avessi uno dei miei genitori italiani o se avessi vissuto lì per un periodo. Io rispondevo che avevo dei maestri di italiano molto bravi : la televisione. Ho imparato da Piero Angela, i suoi programmi, da Superquark a Passaggio a Nordovest, hanno sviluppato il mio spirito scientifico.

Dopo la maturità, ottenuta nel 2001, mi iscrissi alla facoltà di Economia e commercio di Nabeul. Durante il periodo estivo lavoravo in un villaggio turistico italiano. Ho lavorato nello staff di animazione e poi ho affiancato lo chef Andrea Bondi : mi dava la lista del menù e dovevo fare la spesa, mi diceva ‘Che bello lavorare con un tunisino che parla bene l’italiano’. Il lavoro nel villaggio è stata l’occasione per praticare la lingua italiana, grazie al continuo contatto con la clientela. Nel 2007 stavo facendo il bagnino, era settembre, il mio ultimo giorno della stagione, poi avrei dovuto ricominciare gli studi universitari. Pioveva, gli ospiti stavano utilizzando la piscina coperta. Un occhio attento a chi era in piscina, ogni tanto leggevo un giornale italiano. Vidi due ospiti che mi fissavano incuriositi, chiesi se avessero bisogno di qualcosa. Mi chiesero se fossi tunisino o italiano, parlando dissi che loro erano di passaggio, non ospiti del villaggio : ogni persona passava attraverso il moi ‘scanner’, ero molto attento. Scoprii che lui era un imprenditore, venuto in Tunisia per aprire un’azienda : mi chiese di lavorare con lui. E così da tredici anni sono diventato direttore di un’azienda italiana di export in Tunisia.

La prima volta sono andato in Italia nel 2008, per turismo. Mi chiamavano il giapponese poiché fotografavo tutto : era il mio primo viaggio all’estero, e in un Paese che amavo per tutti i suoi aspetti, la cucina, la Storia. Poi nel 2009 ho partecipato a una fiera a Montichiari e nel 2010 a una fiera a Rimini. Quando mi sono sposato, nel 2012, dopo tre anni, sono venuto in Italia con mia moglie, visitando Venezia, Firenze, Pisa, Stresa, Arona. La mia storia con la lingua italiana continua ancora oggi : oltre al lavoro, a casa guardo ancora la televisione italiana e in macchina ascolto alcune radio italiane, come Rds e Radiodj ».

Anis Zouari, 39 anni, ora direttore di un'azienda italiana in Tunisia

Ahmed : con l’italiano appreso con la Rai, in Italia non ho avuto troppe difficoltà con la lingua

« Quando ero piccolo non avevamo né elettricità né acqua a casa, di conseguenza niente tv – racconta Ahmed -. Sabato e domenica andavamo da mio zio, che stava meglio di noi economicamente, e aveva la tv in bianco e nero che funzionava a batteria, quella delle auto. C’erano due canali : la tv nazionale oppure la Rai. Spesso guardavamo la Rai, il tg 1, se mi ricordo bene era Bruno Vespa a presentarlo, poi un programma per i giovani di cui non ricordo il nome, l’attesa delle ballerine nel famoso “Beato tra le donne” e tanti programmi che non ricordo. Questo mi ha facilitato molto l’apprendimento della lingua italiana, quando sono andato in Italia nel 2001 con un regolare contratto di lavoro.

Appena arrivato in Italia, leggevo giornali e libri, senza capire tante cose e guardavo molto la tv. La cosa che mi ha aiutato tantissimo è l’affiancamento di Alessia, compagna di mio fratello : mi correggeva spesso, sia nello scritto che nel parlato. Dopo sei mesi parlavo e scrivevo un italiano decente. Dopo di che, grazie al mio lavoro e al contatto con la gente, sono riuscito a migliorare il mio italiano al punto che mi avevano concesso la residenza permanente senza neanche passare il test di lingua italiana. Ora non vivo più in Italia, ma ho una nostalgia di questo Paese inimmaginabile : mi ha dato tutto ».

Nizar : « La lingua italiana, quel dolce suono che ha influenzato la mia infanzia »

Crescendo, ho imparato la lingua italiana mentre guardavo la Rai Uno!” Tale dichiarazione potrebbe sembrare faziosa, o perlomeno, un po’ esagerata. Ma fu proprio il mio caso, e di molte altre persone della mia generazione, la Gen-X o coloro nati nella fine anni Sessanta e negli anni Settanta – racconta Nizar, 46 anni -. Infatti all’epoca, a parte l’unico canale televisivo tunisino nazionale, Rai Uno era l’unico altro canale che trasmetteva i suoi programmi in Tunisia. Ed è così che fin da piccolissimo avevo sempre lo sguardo puntato sulla tv in attesa dei cartoni animati e delle serie televisive, italiane o straniere doppiate.

Credo che col tempo, la mia capacità di capire la lingua fu comparabile a quella di un bambino italiano della stessa età. Purtroppo il cervello umano processa il linguagio naturale in un modo complesso, dove la regione cerebrale incaricata della comprensione è distinta da quella della generazione del discorso parlato, quindi anche oggi, ormai adulto, ho molta difficoltà a parlare l’italiano, mentre invece posso perfettamente capire la lingua parlata. Anche leggere l’italiano scritto (pure quello è gestito separamente nel cervello) mi dà molta fatica, e fu solo dopo aver frequentato un corso d’italiano al liceo e, soprattuto, da autodidatta, che cominciai a leggere e scrivere nella lingua di Dante, anche se purtroppo con uno stile molto influenzato dal francese. Infine, non direi mai abbastanza quanto sia forte il legame tra me e la lingua e la cultura italiana, quel dolce suono che ha condizionato la mia infanzia”.

Per approfondire la storia della Rai in Tunisia, vi invitiamo a leggere questo interessante articolo di Jacopo Lentini su Treccani.

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