Scuola in Tunisia: meglio la pubblica o la privata? Una mamma racconta
Si è appena concluso un anno scolastico molto particolare: Kyra racconta la decisione di iscrivere la figlia non più alla scuola privata, ma alla pubblica, riassumendo questa esperienza, e con qualche consiglio per dei genitori italo – tunisini alle prese con questa scelta.
Questo anno scolastico 2020/2021 è giunto al termine, un anno per molti versi difficile, sia per i bambini che per le famiglie. La mia prima grande scelta è cominciata a maggio 2020: che faccio per l’anno prossimo, scuola privata o pubblica? Noi siamo tornate in Tunisia a fine giugno 2019, mia figlia ha frequentato i due anni di scuola materna a Locarno, ad agosto avrebbe compiuto sei anni, età in cui avrebbe dovuto iniziare la scuola elementare. In Tunisia la scuola materna comincia a tre anni e dura tre anni, l’ultimo anno si chiama preparatoire ed è una preparazione alla scuola: si studiano già tutte le materie, lingue comprese.
Per la prima elementare avevamo scelto una scuola privata belgo – tunisina. In estate, Yasmine ha frequentato il Summer Camp (la scuola estiva) nella stesse sede dove avrebbe frequentato la prima elementare, almeno così credevo. Dopo un mese e mezzo abbiamo visto che il livello di arabo di mia figlia non era sufficiente per farle cominciare serenamente la scuola elementare: così abbiamo deciso di iscriverla, sempre nella stesssa scuola, alla classe preparatoire. Si è rivelata un’ottima scelta: Yasmine ha ottenuto ottimi risultati e piano piano ha preso sempre più confidenza confidenza sia con la lingua tunisina che con l’arabo classico, che viene usata a scuola. Poi arriva marzo 2020 e tutto chiude. Quattro mesi ferma, il programma non si è concluso e non potevamo farle perdere un ulteriore anno. Quindi abbiamo deciso di farle seguire delle lezioni private di due ore per quattro giorni a settimana con un’insegnante della scuola belgo – tunisina. La scelta migliore che potessimo fare: a fine agosto Yasmine sapeva tutte le lettere arabe ed era pronta per entrare alla scuola elementare.
Non entro nei dettagli, ma la scuola privata non mi soddisfaceva sotto diversi aspetti: ero molto combattuta sul fatto di iscriverla o meno per l’anno successivo, ma avevamo paura di sbagliare ad iscriverla alla scuola pubblica. Chissà perchè ma da una “straniera a metà” ci si aspetta sempre che frequenti una scuola privata. Così ho cominciato ad informarmi sulle sostanziali differenze. Tutti concordavano sul fatto che le materie di base siano meglio alla scuola pubblica. La scuola privata invece offre sin da subito le lingue straniere ed è decisamente meglio per la gestione degli orari: hanno orari fissi tutti i giorni, se i genitori lavorano è fondamentale per l’organizzazione famigliare. Decidiamo per la scuola pubblica, rischiamo. Ci siamo detti: se proprio non dovesse funzionare, entro novembre la iscriviamo di nuovo in una scuola privata.
E invece è stata la scelta migliore che potessimo fare. Yasmine ha avuto la fortuna di avere un’ottima insegnante, che ha fatto tutto il possibile per portare a termine il programma, nonostante il tempo di scuola dimezzato. Per tutto l’anno sono andati a scuola a giorni alterni: una settimana lunedì, mercoledì e venerdì e la settimana seguente martedì e giovedì, sempre mezza giornata. Dopo i primi momenti di incertezza, con l’agenda alla mano tutto ha funzionato alla perfezione. Certo i compiti a casa sono stati parecchi. Noi ci siamo organizzati con la maestra che le ha fatto scuola in estate, che ha continuato a venire una volta a settimana per revisionare le lezioni fatte. Mio marito registrava le letture, poesie e via dicendo sul cellulare, così potevo seguire io stessa Yasmine, anche se non leggo ancora l’arabo.
A scuola spesso manca la carta e chiedono ai genitori un aiuto, ma lo trovo piu che giusto: purtroppo non danno abbastanza fondi per poter avere tutto il materiale, ma essendo gratuita trovo che un piccolo contributo sia quasi doveroso. La pulizia potrebbe essere sicuramente migliorata, ma mi aspettavo di peggio. Ci sono altre scuole pubbliche che cadono letteralmente a pezzi, dove l’igiene è veramente un grave problema: mi auguro che tutto ciò si possa risolvere con un futuro Ministro dell’educazione che decida di investire per la sicurezza dei nostri bambini e decida di aumentare gli stipendi degli insegnanti, perchè fanno davvero un ottimo lavoro. L’insegnante di Yasmine, come canzone d’esame di fine anno, ha dato Kun Anta di Humood, grandissima scelta anticonformista: la canzone incita ad essere se stessi, senza uniformarsi agli altri e che i soldi non fanno la felicità.
Yasmine non ha avuto nessun problema d’integrazione con i bambini della sua classe. All’inizio dell’anno la maestra le ha chiesto di raccontare da dove veniva e di dire qualche parola in italiano per presentarla i compagni. Purtroppo a causa del Covid le relazioni sociali sono state messe a dura prova: ognuno nel suo banco e la ricreazione in classe al proprio posto, fino circa a maggio, poi hanno cominciato ad uscire a giocare. Chi ha avuto maggiori difficoltà durante questo anno? IO! Ad aprile hanno fatto una chat di gruppo su messanger: ho chiesto se qualcuno poteva scrivere le informazioni importanti in francese, ma nessuno lo ha mai fatto. Io uso google traduttore, ma spesso, traducendo parola per parola il senso del messaggio non si capiva. (come potete vedere dalla foto qui sotto). Una mattina mi sono ritrovata con 123 messaggi non letti, e per lo più non inerenti alla scuola, tra “Buongiorno”, “buon appetito”, “buonanotte”, “Mio figlio è malato, cosa gli dò”… per fortuna non tutti i giorni era così, ma il picco è stato sotto gli esami.
Anche le feste tradizionali sono state un po’ caotiche per me, non conoscendo bene ciò che dovevo portare o fare, ma tutto fa esperienza. Non ne faccio una colpa a nessuno: dove vivo io gli stranieri non sono molti, pertanto la gente non è abituata a confrontarsi con questa situazione, anche se non nascondo che a volte il tutto mi è sembrato davvero surreale e non mi sono sempre sentita accettata. Un giorno a Yasmine è stato detto “Tua mamma non è come noi”: è vero, però trovo che sia inutile sottolinearlo, e soprattutto dirlo a una bambina.
Per concludere, se vi volete trasferire, fate subito frequentare ai vostri figli un corso di arabo: di solito nei centri culturali islamici offrono questo genere di corsi. Anche nella scuola italiana di Tunisi si studia l’arabo ed è di vitale importanza per la buona integrazione dei bambini. Prendete in considerazione anche la scuola pubblica, andate a visitarla e valutate lo stato generale della struttura, parlate con il direttore e vedete se fa per voi: vi posso assicurare che il programma scolastico è ottimo.
Ieri pomeriggio hanno fatto la consegna delle pagelle, ma è stato caotico e stressante per tutti. Il direttore, il bidello e la moglie del bidello non facevano altro che urlare alle maestre di sbrigarsi a consegnare il dovuto e a noi genitori di uscire subito. Hanno ammassato tutte le classi davanti al cancello della scuola e poi facevano entrare prima e seconda elementare insieme, terza e quarta iniseme e via dicendo. Ovviamente tra bambini e genitori c’era il caos. Non hanno gestito per niente bene la cosa, essendoci le nuove disposizioni Covid è stato un marasma di gente ammassata, veramente per nulla. Comunque sia, E’ FINITAAAAAA!! Buona estate ai nostri figli, e a noi!
P.s. Domani abbandonerò la chat di messanger delle mamme 😀
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