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Soumaya Bourougaaoui, insegnante di italiano : « Vorrei che la Tunisia offrisse un futuro migliore ai suoi giovani »

Soumaya Bourougaaoui, 32 anni, è insegnante di italiano e creatrice del gruppo facebook « La Tunisie d'antan ». Attiva soprattutto per quanto riguatrda la difesa delle minoranze linguistiche e religiose, si racconta a L'altra Tunisia.

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E’ difficile descrivere in poche parole questa giovane donna tunisina, piena di interessi e attiva in diversi ambiti. Insegnante di lingua italiana in un’università tunisina, ma con tante passioni e un occhio di riguardo per l’incontro tra le diverse culture e le minoranze. Soumaya Bourougaaoui, 32 anni, di Tozeur, ma da nove anni ad Hammamlif, si è appassionata alla lingua e alla cultura italiana, studiata per due anni al liceo, per poi laurearsi in Lingua italiana applicata al commercio internazionale e frequentare un master in Lingua, letteratura e civiltà italiana presso la Facoltà di Lettere della Manouba. Non solo : ha concluso un dottorato di tre anni sempre in Lingua e letteratura italiana, con specializzazione nella civiltà italiana e una tesi sulla comunità ebraica nell’Italia meridionale ai tempi di Federico II di Svevia. Un percorso al termine del quale è diventata insegnante di questa lingua oggetto del suo studio : « Da due anni insegno all’Istituto di studi umanistici di Sbeitla, per due giorni a settimana. Le classi sono multiculturali : oltre a tunisini, ci sono studenti provenienti dalla Nigeria, Costa D’Avorio e Camerun . Sono inoltre coordinatrice, per quest’anno accademico, del dipartimento di Animazione turistica».

Gli anni di studio sono sempre stati accompagnati dalla partecipazione ad attività culturali su più fronti e da collaborazioni giornalistiche, con il mensile Mediterranea e la rivista Etnie: « Io credo che l’Italia sia la gemella della Tunisia. Cerco di lavorare sull’incontro culturale tra le due sponde del Mediterraneo e sulla collaborazione tra i due popoli. In particolar modo, mi concentro sulle minoranze linguistiche e religiose in Tunisia e in Italia. Le diversità religiose e culturali sono un incentivo alla crescita umana e personale. Dal 2015 ho scoperto che esistono altre culture e religioni nel nostro Paese, di cui si parla poco, come la religione bahai. A marzo 2018 ho partecipato ad un workshop sulla convivenza pacifica, una riflessione sulla cittadinanza, a cui hanno preso parte atei, bahai, cristiani, ebrei, musulmani, rappresentanti delle Nazioni Unite e della società civile. Abbiamo parlato del concetto di cittadinanza e del ruolo delle diverse comunità, riunite per mantenere vivi i valori di convivenza e convinte sul ruolo importante della cultura nella lotta contro il fanatismo, l’estremismo e l’intolleranza. A maggio 2021 abbiamo organizzato, con diverse realtà italiane e tunisine, una giornata di convivenza tra popoli del Mediterraneo, dando il via a una collaborazione tra i nostri Paesi e l’istituto di studi umanistici di Sbeitla e l’associazione Religious 4 peace . Tutte attività per incoraggiare i giovani ad agire per la convivenza ».

Soumaya a Tozeur

E prosegue : « La Tunisia si è confermata un Paese dove il dialogo tra le diverse fedi si è intensificato, un crocevia di popoli e culture. Anche se ci sono ancora dei passi da fare in questa direzione. Ad esempio i tunisini che si convertono al cristianesimo sono emarginati nella nostra società, anche dal punto di vista professionale. Molti sono rifiutati dalla propria famiglia, alcuni hanno perso il lavoro per questa scelta. Sono storie tragiche e sentirle mi ha reso triste. La strada è ancora lunga. Inoltre bisogna proteggere i luoghi di culto e i cimiteri : negli anni passati ci sono stati episodi di vandalismo, nel 2017 nel cimitero cristiano di Sfax, nel 2020 in quello ebraico di Sousse. Per quanto riguarda il dialogo interreligioso, la cosa positiva è che dopo la rivoluzione sono nate tante associazioni al riguardo ».

Da marzo 2020 ha dato via al gruppo facebook « La Tunisie d’antan », « La Tunisia di altri tempi », che conta attualmente più di 124 mila membri, gestito, oltre da lei, da un’équipe di italiani e tunisini : « L’obiettivo è far conoscere la nostra cultura e la nostra storia, attraverso documenti, racconti, vecchie fotografie, si racconta il passato della Tunisia. Ci sono specialisti del patrimonio e dell’arte in Tunisia, è un gruppo variegato, che può essere molto utile a studiosi e storici del Paese. C’è tanto lavoro dietro : diverse ricerche on line, ci vuole tempo e pazienza».

Tra le ultime iniziative, il 26 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un webinair sul tema : « Il 26 novembre 2021, vi è stato evento “Insieme contro la violenza sulle donne”. L’obiettivo di quest’incontro è stato avviare un gruppo di Donne per la Pace Italia-Tunisia : il gruppo accoglierà donne tunisine ed italiane per promuovere un dialogo tra le culture e religioni differenti tra le due sponde del Mediterraneo e promuovere iniziative che migliorano la convivenza pacifica tra persone di fedi e culture diverse. Sono contenta di collaborare con Francesca Baldini, giornalista freelance esperta di genere e religioni, coordinatrice del gruppo Donne di Fede in Dialogo Religions for Peace Italia e con Rawdha Seibi, segretaria generale dell’ ATSM, Associazione Tunisina di Sostegno alle Minoranze ». Inoltre dal 2021 è anche membro aderente al CERM, Centro di Ricerca sulle Minoranze dell’Università degli Studi dell’Insubria. 

Hammamlif - photo credits Soumaya Bourougaaoui

Sulla situazione del Paese, commenta : « La pandemia purtroppo ha interrotto la ripresa economica e ha aggravato l’incertezza. Più di 600 mila tunisini sono caduti in povertà, secondo le stime della Banca mondiale di giugno 2021. Gli slogan « Lavoro, libertà e dignità » usati durante la Rivoluzione del 2011 sono gli stessi di adesso : non è cambiato nulla. Molti giovani, anche laureati, emigrano in cerca di un futuro migliore. Secondo me il nostro Paese deve affrontare il problema delle diseguaglianze regionali e dei problemi economici, attirando investimenti stranieri e diventando più produttivo e contare soprattutto sulla scienza e sull’innovazione tecnologica ».

E conclude : « Vorrei continuare a lavorare sull’incontro e sul dialogo tra le due sponde del Mediterraneo. In Italia sono stata per due mesi, a Napoli, durante le ricerche per il mio dottorato. Ho avuto diverse proposte di collaborazione per progetti in Italia, ma la pandemia ha bloccato tutto e ho perso diverse occasioni. Mi piacerebbe poter vivere un po’ in Italia e un po’ in Tunisia : sono tunisina, ma con il cuore in Italia. Tra i nostri Paesi c’è una grande amicizia. La cultura italiana ha lasciato le sue tracce nell’architettura, nella gastronomia, nelle tradizioni tunisine. Lo scambio culturale è fondamentale per lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi, bisognerebbe favorire gli scambi tra studenti, tra atenei ed enti di ricerca. Il mio sogno è che la Tunisia sia economicamente e culturalmente prospera, che offra un futuro migliore ai suoi giovani e che rimanga un Paese aperto, ospitante diverse culture e religioni, dove le minoranze linguistiche, culturali e religiose siano riconosciute e tutelate dalla legge. Io continuerò a lavorare sulla diversità culturale e linguistica, effettuando ricerche in Tunisia e in Italia».

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2 Commenti
  1. Giuseppe Sorbini dice

    sono nato a Tunisi vivo a Torino ho lasciato il mio paese nativo con tristezza nel 1961 la Tunisia mi è rimasto nel cuore sono tornato qualche volta come turista purtroppo attualmente è un po difficile ritornare ho sempre pensato che il paese possa migliorare con il contributo delle donne

    1. Giada Frana dice

      Buongiorno Giuseppe, se vuole raccontare la sua storia, ci farebbe piacere. Ci contatti a: redazione@laltratunisia.it. Cordialmente

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