Tounes Wijhetouna, Destinazione Tunisia: verso un turismo sempre più sostenibile
Dire turismo in Tunisia non vuol dire solo alberghi con piscina, spiagge e mare. Lo si scopre facilmente una volta presa la strada che da Tunisi porta a Mahdia, rinomata meta estiva di tanti europei in cerca di sole e calore mediterraneo. A sole due ore dalla capitale tunisina questi luoghi fanno parte di una cospicua rosa di destinazioni capaci di raccontare storie di persone che ancora producono come si faceva una volta, che tramandano tradizioni di padre in figlio, per far arrivare fino a noi, viaggiatori dell’ultima ora, sapienza, sapori, colori, profumi millenari che parlano di popoli, imperi e dinastie passate di qui. Mahdia, l’antica capitale fatimide della Tunisia, e la vicina El Jem, conosciuta per il colosseo, secondo solo a quello di Roma e di Capua, sono solo due dei tanti luoghi scelti per portare avanti progetti di turismo alternativo, più legato al territorio, alla sua ricchezza naturale e culturale.
A farsi promotori di questo modo diverso di vivere il territorio sono il Ministero del Turismo tunisino e l’Unione europea che, con il contributo della cooperazione tedesca (BMZ) e italiana (AICS), stanno portando avanti ormai da qualche anno un progetto di promozione del turismo che si chiama “Tounes Wijhetouna” ovvero, Tunisia la nostra destinazione. Un programma che da circa tre anni impegna L’Unione Europea a favore del turismo sostenibile in Tunisia lavorando su tre direzioni con altrettante organizzazioni partner: la diversificazione e il rafforzamento della qualità dell’offerta turistica con GIZ; il potenziamento dei sistemi che valorizzano i settori dell’artigianato e del design con ONUDI; la promozione del patrimonio culturale nell’offerta turistica con Expertise France. Si tratta in sostanza di sviluppare un turismo che sia il contrario del mordi e fuggi, duraturo, sostenibile, capace di portare sinergie che restino a vivificare il territorio e la sua gente tutto l’anno.
D’altronde, basta uscire dai grandi alberghi sulla spiaggia per andare a scoprire i tesori di Mahdia, città costruita nel X secolo dai califfi fatimidi in modo che fosse protetta dalle insidie. Circondata da un canale artificiale, che correva intorno alle mura di cinta della città, Mahdia ha ancora oggi una porta d’ingresso imponente, la Bab Skifa el-Khala, la porta scura, oggi museo e punto di osservazione dall’alto sia del porto, che si staglia da un lato, che della Medina che si distende sull’altro. Al suo interno, tutti i venerdì, si svolge un mercato settimanale che trasforma gli ambienti in pietra calcarea del grande portale in una grotta di Ali Baba degna delle Mille e Una Notte, dove le vecchie tessitrici, custodi di tradizioni che non devono morire, ricamatrici e sarte, espongono per la vendita i loro bellissimi e ricchi abiti tradizionali, di cui si ha un’esposizione anche all’interno del museo. Gli abiti sono tutti arricchiti e accompagnati da gioielli tradizionali ancora prodotti ed esposti in vendita dai negozianti d’oro della Medina vecchia. Mahdia è infatti famosa anche per le sue stoffe tradizionali e per la realizzazione a mano di sete declinate oggi anche in versione più contemporanea in sciarpe dagli abbinamenti sorprendenti e sofisticati come fa Skila, laboratorio dove si lavorano la seta, il cotone e il lino per trasformarli in stoffe ricercatissime dalle signore eleganti di tutta la Tunisia.
Viaggiare in modo sensoriale, durevole, sostenibile è anche mangiare secondo la tradizione. È questo un altro degli obiettivi che si è posta “Tounes Wijhetouna”, anche tenendo in considerazione la ricchezza della proposta di piatti che in Tunisia, proprio come avviene in Italia, cambia da regione a regione e da città a città. Così è nata “Mekletna”, letteralmente, “il nostro cibo”, un progetto lanciato un anno fa e che oggi porta nei piatti di chi si siede alle tavole dei ristoratori aderenti sapori antichi, sapienti, calibrati sulla geografia e sulle stagioni come dovrebbe essere quando si ama il proprio territorio, l’ambiente, quando si rispettano la terra, il mare, il cielo e i loro doni per l’uomo.
Al programma “Mekletna” hanno aderito diverse realtà locali, come Dar Evelynea Mahdia, che offre ai clienti piatti della tradizione sempre nell’ottica di sviluppare un turismo durevole, fatto di persone che tornano per ritrovare ogni volta i gusti di piatti a chilometro zero preparati come facevano le nonne tunisine nel passato. Si passa così dall’assaporare la famosa insalata con le alici – questa è infatti la patria del pesce azzurro dove i pescatori di Mahdia partono la sera con le loro lampare a illuminare il mare e tornano al mattino con le barche piene di sardine, acciughe e aringhe – per passare poi ai vari cous cous, alle zuppe e alle famose polpette chebtia, tipiche di questa costa, fatte con carne insaporita da aneto, cipolla e prezzemolo, per finire con il dolcissimo brik de mahdia, pasticcino tradizionale di pasta fillo e mandorle. Sono quattro ad oggi le regioni che hanno aderito al programma “Mekletna” per mettere in risalto la loro cucina tradizionale e creare un’identità culinaria con la quale vogliono essere conosciute. Si tratta di Zaghouan, Mahdia, Tozeur e Tabarka – Aïn Drahem.
C’è poi la Storia che ricorre nei viaggi di Tounes Wijhetouna, una storia millenaria che nell’evento “Thysdrus, journées romaines d’El Jem”, arrivato ormai alla sua 7ema edizione, ha trovato il modo di richiamare nell’antico anfiteatro e intorno ad esso migliaia di persone, giovani, tunisini, famiglie, turisti, viaggiatori e motociclisti. La due giorni di ricostruzioni storiche rimane impressa in chi ha la fortuna di viverli per la grandiosità dell’organizzazione, merito di Ridha Hfayedh, direttore dell’evento e fondatore del museo del mosaico di El Jem. La ricostruzione della storia dell’Antica Roma rasenta la perfezione, con i legionari romani, i gladiatori, le ancelle, gli schiavi e gli atleti a contendersi la scena. Poi la festa continua all’esterno dove gli artigiani del legno, della rafia, del vetro, i vasai, i mosaicisti della zona e di tutta la Tunisia espongono le loro merci e il loro sapere a persone che, se della zona, trovano esperienze che li fanno crescere nel sapere e nell’orgoglio di appartenere a un luogo che li lega a un passato glorioso, se di fuori, trovano usi, riti, tradizioni, profumi, gesti capaci di dargli sensazioni nuove. Senza pensarci due volte: prossima destinazione? Tunisia!
La visita è stata co – organizzata grazie a Tounes Wijhetouna e DMO Mahdia
© Riproduzione riservata
Sostieni il nostro lavoro, basta un click!
INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE