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Tunisia : bisogna essere ottimisti e fiduciosi, è un Paese che ha le risorse per risollevarsi

Don Domenico Paterno, padre salesiano, è direttore di una scuola primaria alla Mannouba (Tunisi), frequentata da tunisini. In Tunisia da otto anni, commenta quanto successo il 25 luglio

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Don Domenico Paterno, padre salesiano, vive a Tunisi da otto anni. Dirige la scuola primaria “Nostra Signora di Cartagine”, situata alla Manouba (10 km da Tunisi), dove studiano bambini dai 5 ai 12 anni, gestita dal 2013 dai padri salesiani della provincia di Sicilia.

« E’ stato impressionante lo slancio popolare del 25 luglio : le manifestazioni non erano organizzate da determinati partiti, dal sindacato o da organizzazioni particolari, ma sono nate dal basso. Credo che il Presidente Kais Saied abbia accolto questo forte appello : la popolazione attendeva un gesto, una soluzione. Qualcuno può interpretare l’articolo 80 a cui il Presidente si è appellato : la possibilità di farlo c’è, ha seguito la procedura indicata. Credo che il tutto sia avvenuto nella spinta e nella previsione della Costituzione tunisina. Molti hanno parlato di colpo di stato, ma le caratteristiche di un colpo di stato sono altre. E’ vero, ci sono stati degli arresti negli ultimi giorni, ma erano persone che avevano già una condanna da scontare.

Ci sono cose che hanno funzionato, come la campagna vaccinale. Il sistema Evax di per sè funziona, io stesso mi sono iscritto, sono stato chiamato a fine aprile e a maggio avevo effettuato le due dosi. Il problema è stata la disponibilità dei vaccini : sull’organizzazione sul campo niente da eccepire.

A mio avviso la situazione è recuperabile : si tratta di agire e di reagire. La Tunisia ha le risorse per farlo. Penso ad esempio ai nostri ex allievi, che hanno appena fatto il Bac (la maturità, ndr) con risultati eccellenti e sono stati presi in diverse Università estere. Mi auguro che il loro Paese riesca a farli tornare. La gioventù è una grande risorsa per la Tunisia, ci sono tantissimi giovani in gamba. Questo momento di crisi può essere un momento positivo per lanciare le energie migliori. Anche se ci sono delle perplessità, c’è chi ha temuto la tenuta delle istituzioni democratiche, credo sia l’inizio di un periodo migliore. Speriamo che le istituzioni possano funzionare meglio. Bisognerà seguire gli sviluppi, sicuramente i trenta giorni previsti dalla legge saranno prolungati visto il gran lavoro che c’è da fare.

Sono speranzoso e fiducioso affinchè si inizi un percorso di superamento e miglioramento delle criticità. Questo ovviamente è il mio punto di vista, da non tunisino, ma da una persona che vive nel Paese da diversi anni, a contatto continuo con la popolazione locale, dentro la realtà tunisina. Aggiungo che, a parte un momento di tensione lunedì 26 luglio, non ci sono state violenze poi, è un clima pacifico e rispettoso e ciò è segno di gran maturità. Da italiani poi dovremmo essere soddisfatti della nostra vicinanza alla Tunisia, non solo nell’invio dei vaccini e degli aiuti, ma anche per la grande discrezione con cui il nostro ambasciatore a Tunisi ha commentato i fatti.

La crisi della Tunisia deve essere risolta dal popolo tunisino, sono i tunisini che devono guidare il Paese, non devono esserci ingerenze esterne di nessun tipo. D’altra parte ricordiamoci che la Tunisia è una democrazia ancora giovane, di dieci anni, ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi errori, come ogni democrazia nascente. Ma bisogna essere ottimisti e fiduciosi : le possibilità e le capacità ci sono ».

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