Win neqdhi fi Tunes?: dove faccio spese in Tunisia?
Che si tratti di comprare souvenir o di procurarsi la spesa per la settima, il mese o la giornata, la prima prova linguistica in terra tunisina sarà molto probabilmente il dover fare la spesa. Gemma Baccini vi aiuta con il lessico adatto per districarsi in questa situazione di quotidianità
Che si tratti di comprare souvenir o di procurarsi la spesa per la settimana, il mese o la giornata, la prima prova linguistica in terra tunisina sarà molto probabilmente il dover fare la spesa. Per indicare ciò il tunisino ci offre un verbo, qdha–yeqdhi, per cui possiamo dire nemchi neqdhi (vado a fare compere): quando ci serve più propriamente la spesa, quindi essenzialmente ghalla “frutta” khodra” verdura” e lham “carne”, abbiamo una serie di opzioni a seconda di dove abitiamo o delle abitudini di vita : nei quartieri popolari di solito ci sono parecchi negozi di fruttivendoli o ortolani, oppure molti comuni hanno un mercato fisso, detto marshi dal francese, ma forse la maggioranza di voi conosce meglio la parola suq. In effetti suq indica, anche in arabo standard, il mercato, ma in Tunisia ha una piccola sfumatura di significato rispetto al marshi: marshi è di solito il mercato fisso, coperto o scoperto, mentre suq è il mercato o settimanale o che comunque non si tiene tutti i giorni.
Nelle città in cui esistono invece le “ medine”, le cittadelle antiche, come Kairouan, Tunisi o Sousse , si indica con suq anche il mercato interno alla medina dove si vendono prodotti tradizionali. Tuttavia, questa differenza non è obbligatoria e un tunisino non avrà problemi a capire che, se si va al mercato della Goulette, suq Halq El-Wed in arabo, si va al mercato coperto.
Se si preferisce invece fare il giro dei negozi, ricordiamoci che negozio o bottega si dice hanut e che questi sono quelli di cui si ha in genere più bisogno :
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khadhdhar l’ortolano
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hammas che vende un po’ di tutto, una specie di tabaccaio che ha anche biscotti, snack e prodotti vari come lamette, bibite, gel per capelli al dettaglio e così via
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3attar ha alcuni prodotti del hammas, ma molti più generi alimentari come latte, pasta, farina, zucchero e via dicendo
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ta7una/ twebli dove si vendono spezie, frutta secca e così via
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jazzar il macellaio o dajjej il venditore di carne di pollo
Se non sapete dove si trovano basta chiedere: win dove : win el-khadhdhar? “dov’è l’ortolano? ” .
Ora che sappiamo dove andare a fare compere, come si fa a dire cosa vogliamo? Vi lascio scoprire il nome di frutta e verdura da soli, ma vi svelo un segreto sulle quantità. Di solito si vende per chilo, che si dice kilo : 3atini zuz kilo sfennarya significa “dammi due chili di carote”, ma quando si vuole mezzo chilo si dice rtal : 3atini rtal sfennerya “dammi mezzo chilo di carote”. I finocchi, le barbabietole e altri tipi di verdura si vendono in rabta, che significa all’incirca “cosa legata” perchè sono verdure legate tra di loro : rabta besbes, di solito ha 3 finocchi. Le uova, al di fuori del supermercato, si vendono anche al dettaglio e hanno come unità di misura hara : hara 3adham sono 4 uova, e se ne volete dodici? tozzina, “dozzina” che però si usa di più per indicare la quantità di fogli di brik. Alcune cose si contano invece per ras, “testa” : ras thum “testa di aglio” ovvero un aglio intero e infine trova la hokka “lattina”/”scatoletta” per esempio hokka harissa.
Vi lasciamo qui il racconto di Kyra Ferrari Fitouri, che nella sua rubrica “Una mamma green in Tunisia” racconta proprio il fare compere in Tunisia,
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Fare compere in Tunisia: l'audio del lessico tunisino