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In Tunisia preoccupazioni sulla violazione dei diritti umani dopo la decisione di Kais Saied

Amnesty International esprime preoccupazione sul rischio di violazioni dei diritti umani, soprattutto in seguito alla chiusura dell'emittente Al Jazeera a Tunisi e alla decisione del presidente di voler presidere ai processi contro i parlamentari. "Il Presidente della Tunisia deve garantire l'imparzialità per tutti e non deve usare il suo potere giudiziario per regolare conti politici o per liberarsi delle voci critiche"

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COMUNICATO STAMPA – 26 Luglio 2021

« Il presidente tunisino Kais Saied dovrebbe impegnarsi pubblicamente al rispetto e alla protezione dei diritti umani, inclusi i diritti della libertà di espressione, associazione e assemblea pacifica, dopo aver sospeso il Parlamento e assunto alcuni poteri giudiziari » ha affermato Amnesty International.

Le preoccupazioni sul rischio di violazioni dei diritti umani sono accresciute a seguito di una preoccupante irruzione da parte delle forze di sicurezza nell’ufficio di Al Jazeera a Tunisi oggi e a seguito delle minacce del presidente durante il suo discorso di ricorrere alle maniere forti contro « coloro che minacciano la sicurezza dello stato ».

« Le libertà e i diritti umani duramente conquistati con la rivolta del 2011 sono a rischio, in particolar modo in assenza di una Corte Costituzionale che protegga i diritti di chiunque nel Paese. Il Presidente Kais Saied deve assicurarsi che qualsiasi decisione sia in linea con gli obblighi della Tunisia verso le leggi internazionali sui diritti umani e ancora più importante, deve astenersi dall’effettuare delle purghe politiche » ha riferito Heba Morayef, Direttrice Regionale di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa.

« L’irruzione negli offici di Al Jazeera è un attacco vergognoso alla libertà di espressione e un segnale profondamente preoccupante che i diritti umani sono in pericolo in questo momento »

In un discorso alla televisione, effettuato il 25 luglio dopo una giornata di protesta, il Presidente Kais Saied, che presiede alle forze armate, ha annunciato la decisione di sospendere temporaneamente il Parlamento per 30 giorni, togliere l’immunità parlamentare ai suoi membri e dichiarato che presiderà personalmente i processi pubblici verso i parlamentari. Dopo questo annuncio, l’esercito si è spostato per impedire l’accesso al Parlamento.

Durante il suo discorso, il Presidente tunisino ha inoltre avvertito che chiunque « voglia usare un proiettile » contro le forze di sicurezza, verrà respinto con « una grandinata di proiettili ». Secondo le leggi internazionali, le misure letali possono essere usate legittimamente dalle forze di sicurezza quando strettamente necessario per proteggere la vita e devono essere usate proporzionalmente. Le forze di sicurezza tunisine hanno un trascorso in cui sono ricorse alla violenza eccessiva e non necessaria e per la quale difficilmente sono state chiamate a rispondere di questi atti.

Il Presidente Kais Saied ha dimesso il Primo ministro Hichem Mechichi, il cui governo era responsabile di un forte deterioramento dei diritti umani in Tunisia. Durante le manifestazioni di gennaio 2021, migliaia di giovani sono stati arrestati e le proteste disperse violentemente dalle forze di sicurezza, che hanno anche torturato i manifestanti presi in custodia. Il suo governo ha inoltre preso di mira i difensori dei diritti umani che esprimevano opinioni critiche o che partecipavano alle manifestazioni pacifiche. Il malcontento con la risposta del governo verso la pandemia Covid -19 e la campagna vaccinale, con la seconda mortalità pro capite più alta del continente, ha portato a un’ampia partecipazione alle proteste del 25 luglio.

Il 26 luglio, Al Jazeera ha riferito che venti agenti di polizia in borghese, pesantemente armati, hanno fatto irruzione nei suoi uffici a Tunisi, mandando via tutto lo staff, confiscandone i telefoni e le varie attrezzature. Chiudere delle stazioni televisive o imporre simili restrizioni arbitrarie sui media basandosi esclusivamente sulle percezioni politiche o altre affiliazioni è una violazione flagrante del diritto alla libertà di espressione.

Kais Said ha invocato l’articolo 80 della Costituzione del 2014 che, secondo alcune interpretazioni, gli dà il diritto di prendere misure eccezionali in caso di un’ « imminente minaccia contro la sicurezza e l’indipendenza del Paese ». L’articolo richiede che il Presidente si assicuri che le misure « garantiscano nel più breve tempo possibile, un ritorno al normale funzionamento delle istituzioni e servizi » e presuppone l’esistenza di una Corte Costituzionale che protegga i diritti umani. Tuttavia, i vari Parlamenti hanno fallito nell’elezione dei membri che formassero la Corte Costituzionale, in ritardo di sette anni.

Amnesty International è in particolar modo preoccupata dal comunicato del Presidente riguardante il suo presiedere sulla Procura negli affari giudiziari legati ai parlamentari, dopo aver tolto loro l’immunità parlamentare.

« L’indipendenza giudiziaria è uno dei capisaldi in una società di diritto e non dovrebbe essere calpestata. La concentrazione del potere nelle mani del potere esecutivo è allarmante. Il Presidente della Tunisia deve garantire l’imparizialità per tutti e non deve usare il suo potere giudiziario per regolare conti politici o per liberarsi delle voci critiche » afferma Heba Morayef.

Il Patto internazionale sui diritti civili e politici, a cui la Tunisia ha aderito, proibisce agli stati la sospensione di determinati diritti civili, anche durante uno stato di emergenza, inclusi i requisiti fondamentali per un processo equo.

La Tunisia ha subito una fase di transizione democratica instabile sin dalla caduta di Zine el Abidine Ben Ali. Nel Paese si sono svolte, per la seconda volta dal 2011, le elezioni parlamentari e presidenziali mell’ottobre e novembre 2019, che hanno portato alla vittoria del Presidente Kais Saied e portato alla frammentazione del Parlamento, con nessun partito con più del 25% dei seggi. Il partito islamico Ennahda, con 52 di 217 seggi, era seguito dal partito Qalb Tounes. Sin dalle elezioni, sono stati nominati tre capi del governo. Per molti mesi, il Paese si è trovato in una crisi politica e con un disaccordo riguardante il potere del Presidente e del capo del governo : entrambi esercitano il potere esecutivo secondo la Costituzione del 2014.

Comunicato stampa tradotto dall’inglese da Giada Frana

© Riproduzione riservata

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