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Tunisia: come affrontare un lutto in famiglia, tra regole e tradizioni

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L’ultimo giorno di dicembre ci ha lasciati mio suocero. La mia famiglia ed io eravamo di ritorno dalla città dove avevamo fatto la spesa per la cena dell’ultimo dell’anno e il pranzo per l’anno nuovo, si apre la porta e ricevo la brutta notizia, era appena successo. Condivido questo pezzo di vita privata, per far partecipare alla mia esperienza chi vive in Tunisia, raccontando cosa  succede effettivamente quando un lutto ci tocca da vicino e non siamo “ospiti che vanno a fare visita”, ma siamo coinvolti in prima persona.

Essendo un argomento molto complesso emotivamente, cerco di trattarlo con la leggerezza che contraddistingue la mia rubrica, concentrandomi sul lato organizzativo, religioso e legato alla tradizione. Appena successo, essendo capitato a casa, è stato adagiato in mezzo alla camera da letto, prontamente sgomberata da tutto, che funge da camera mortuaria. Pertanto bisogna essere pronti ad accogliere tutte le persone che arriveranno per porgere le condoglianze ai membri della famiglia. La prima cosa da fare è recarsi al municipio a sbrigare le pratiche burocratiche: di solito di queste cose si occupano gli uomini, nel contempo si noleggia la tenda bianca che viene posizionata al di fuori della casa, le sedie, i patti e le posate che serviranno per la cena del terzo giorno, ma andiamo per ordine.

La famiglia si riunisce a casa ad accogliere gli ospiti, il primo giorno passa così, tra gli uomini che si siedono fuori sotto alla tenda bianca e le donne che restano in casa ad accogliere le persone. Il secondo giorno si fa la colletta tra i parenti stretti e si pensa al menù da servire a cena al terzo giorno e si va a fare la spesa: i quantitativi sono importanti perché verrà parecchia gente! C’è chi si serve di un catering, chi cucina in casa, ognuno come preferisce gestire la cena. Il menù solitamente prevede come piatto principale couscous, il resto è soggettivo e cambia anche a dipendenza delle stagioni. Noi abbiamo optato per Couscous con agnello e manzo, insalate miste, slata mesciouia e mandarini come frutta. Questo è un menù tradizionale, potrebbe avere come variante o aggiunta tajine, un classico in queste occasioni.

Una cosa importante da sapere è che al terzo giorno la salma viene portata al cimitero, prima si passa dalla moschea dove si fa la preghiera e di seguito si prosegue verso la sepoltura. Questa parte riguarda unicamente gli uomini. Una cosa che ho imparato è che quando la salma esce da casa, le donne incinte devono uscire, perché dicono che sulla porta il defunto emetta un grido che il bimbo in grembo può percepire e non è ideale che le persone gridano e piangano in modo troppo forte, proprio perché non aiutano il morto a lasciare la propria casa. Non ero a conoscenza di questo passaggio che viene riportato nel Corano, mi è stato raccontato da una signora vicina a me.

Dall’uscita della salma, ci si riunisce in cucina e ognuno comincia a preparare la cena. Si lavano i piatti noleggiati poi si passa alle varie preparazioni, devo dire che in questo frangente il clima comincia a diventare più rilassato e le persone coinvolte chiacchierano e collaborano in modo armonioso. Ho apprezzato molto questo momento conviviale dopo i primi giorni così pesanti emotivamente. Quando tutto è pronto e le persone cominciano ad arrivare si preparano i piatti, anche in questo caso ognuno ha il suo ruolo e si collabora. A fine serata chi ha lavorato in cucina si siede e si mangia tutti assieme.

Il giorno dopo, di buon’ora, le donne si recano al cimitero. Si portano semi e pastina per gli uccellini e un po’ di acqua. Arrivati si mettono i semi e la pastina sulla tomba e si bagna, si dice che se si dà da mangiare agli uccellini è una cosa buona per il defunto. Anche per chi non è musulmano, è segno di rispetto coprire il capo dentro al cimitero, portate pure una sciarpa o un foulard con voi. Al rientro a casa, si fa colazione tutte assieme, poi i famigliari più stretti restano lì e gli altri parenti tornano a casa. Questa visita al cimitero si ripete al settimo giorno e al quarantesimo, con le stesse procedure. Inoltre a pranzo si prepara un couscous per la famiglia e i parenti stretti che si riuniscono di nuovo.

I parenti stretti del defunto non lasciano la casa per i primi tre giorni e non si accendono i fornelli, per questo i vicini e  i parenti stretti portano da mangiare a pranzo e cena per loro. In questo caso, io personalmente, abitando a fianco di mio suocero e avendo la mia famiglia per le feste, ho fatto avanti e indietro ma ho dormito a casa mia: questo non è visto come un problema o una mancanza di rispetto, però dalla mattina presto a sera ero presente e ho partecipato attivamente a tutte le tradizioni e preparazioni.

Il mio racconto è personale e ciò che la mia famiglia fa da anni, può divergere da abitudini e usanze di altre famiglie e altri luoghi della Tunisia, il mio è solo uno spunto per non fare trovare impreparati chi si dovesse trovare nella mia stessa situazione.

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