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Tunisia: le usanze al ritorno del pellegrinaggio alla Mecca

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La Tunisia ha il 98% della popolazione di fede islamica, pertanto chiunque viva qui o la visiti assiduamente o sporadicamente, prima o poi si troverà a confrontarsi con qualcuno che ritorna dal viaggio alla Mecca, uno dei cinque pilastri per i musulmani. Come comportarsi per essere ben integrati e tener fede alle usanze? Non entro nel contesto religioso, ma solo nell’usanza popolare di ciò che succede come scambio tra chi torna dalla Mecca e i suoi parenti e amici. Per ogni musulmano il viaggio alla Mecca è una parte molto importante della vita, pertanto quando qualcuno torna a casa dopo il viaggio, le persone vanno a congratularsi con la parola “Mabrouk”. Solitamente si va a fare visita entro i primi dieci giorni dal rientro, ma se per svariate ragioni si ritarda, poi ci scusa e si va comunque entro un mese al massimo.

L’usanza è che si vada in piccoli gruppetti, di solito tra parenti, amici stretti o vicini di casa, non singolarmente. Si va a casa del pellegrino e chi è ritornato, per quel periodo avrà sempre a disposizione qualcosa di speciale da offrire, solitamente succo di frutta e biscottini serviti sul vassoio più bello che si ha. La persona farà il racconto della sua esperienza, sono tutte abbastanza simili a dire la verità, poi ci sono alcuni che hanno degli aneddoti più mistici e profondi che sono davvero interessanti da ascoltare. Poi le conversazioni prendono strade diverse, a dipendenza delle persone che partecipano, come in ogni festa. Per buona cortesia la visita di solito avviene di primo pomeriggio e ci si intrattiene per un’oretta abbondante, chiaramente dipende molto dal grado di conoscenza che si ha.

Alla fine della visita si ricevono dei regalini. Le tre cose che si donano sempre sono, acqua santa di Zemzem, dei datteri e il pour, l’incenso.  Con l’acqua santa si chiede a Dio quello che si desidera e poi se ne beve un sorso, i datteri si mangiano e il pour si brucia e si passa in ogni angolo della casa per purificarla. Queste sono le tre cose basilari, i regali che si danno a tutti. Inoltre si regala spesso la sebha (il rosario) , il tappeto per la preghiera; per le signore il Kohl, eyeliner in polvere che sembra faccia molto bene agli occhi e per le persone più strette le jebbe (i vestiti tradizionali) che si trovano di ogni modello e tessuto, dal più semplice al più ricercato. Nei mie anni passati in Tunisia devo dire che ho ricevuto molte cose provenienti dalla Mecca e ho sentito vari racconti, ne sono sempre rimasta rapita, soprattutto per la profondità!

Personalmente i luoghi di culto mi hanno sempre affascinata, al di là della religione in questione e sarebbe bello un giorno poter visitare la Mecca e la Medina per poter respirare in prima persona la magia del luogo e scriverne con un’opinione personale, ma  per ora mi accontento di usare ciò che ho ricevuto in dono e farne tesoro.

© Riproduzione riservata


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