Andrea Garuccio, Erasmus + in Tunisia : qui ci immergiamo nella realtà che studiamo in aula
Andrea Garuccio, 36 anni, di Erice, da febbraio si trova a Tunisi per l'Erasmus + con l'università degli studi di Palermo : « Nel nostro corso di studio affrontiamo, tra gli altri argomenti, anche la tematica delle migrazioni. Dalla Tunisia partono diversi migranti che affrontano il viaggio della speranza. Si sta rivelando un'esperienza molto utile sotto vari punti di vista ».
« E’ la mia prima volta in Tunisia : ho diversi amici tunisini che mi parlavano del loro Paese di origine, quindi qualche aspettativa l’avevo. Mi aspettavo la cordialità che poi ho ritrovato : questa gentilezza spicca tantissimo. Dal punto di vista religioso siamo distanti, ma dal punto di vita culturale, noi siciliani abbiamo molte più cose in comune con i tunisini che con un italiano che abita a Milano o Bologna. Come alcune parole comuni, lo street food ad esempio i fichi d’india e le fave ». Andrea Garuccio, 36 anni, di Erice, è uno studente al secondo anno della laurea magistrale in Cooperazione, sviluppo e migrazioni dell’Università di Palermo. Dopo la triennale di Giurisprudenza a Bologna, ha studiato all’università per stranieri di Perugia, un corso in tecnica pubblicitaria che gli ha aperto più porte, permettendogli di lavorare nel settore marketing e comunicazione e di collaborare con alcuni giornali on line.
Comincia a lavorare e collaborare per alcuni progetti europei e, tornando in vacanza nella sua città natale, si rende conto che potrebbe essere un’ottima candidata come capitale europea della cultura e inizia a redarre il progetto per sottoporre la candidatura, che arriva in finale. Tornato a vivere tra Erice e Trapani, dove si occupa di diverse attività, si imbatte nel 2014 in diversi ragazzi subsahariani, arrivati in Italia con i « viaggi della speranza ». « Persone che mi hanno dato forti insegnamenti di vita e sul significato dell’amicizia. Per tre anni, per dimostrar loro la mia vicinanza, ho fatto anche il Ramadhan con loro, come esperienza personale per entrare in sintonia. Queste amicizie mi hanno portato a voler riprendere in mano gli studi : ho trovato all’università di Palermo il corso di laurea che sto attualmente frequentando e che sembrava cucito addosso a me ».
E’ quindi grazie a questo incontro fortuito che ora si trova a Tunisi, dove è arrivato a febbraio, per l’Erasmus +, insieme ad altre sette ragazzi : Miriam, Claudio, Luca, Rebecca, Ameni, Youssef e Sara. « Abbiamo frequentato le lezioni all’università El Manar e il nostro titolo di laurea, se riusciamo a fare trenta crediti formativi, sarà doppio, rilasciato sia dall’università di Palermo che di El Manar. Abbiamo risentito delle limitazioni dovute al Covid, ma ci siamo assunti il rischio di partecipare al progetto firmando una liberatoria. All’inizio siamo riusciti a frequentare qualche lezione in presenza, poi on – line e gli esami di metà anno e finali li abbiamo svolti on – line ».
Oltre ai corsi universitari, come per la maggior parte dei ragazzi che decide di svolgere l’Erasmus + in Tunisia, frequentano in parallelo dei corsi di lingua : un corso intensivo di arabo alla Bourguiba School e uno intensivo di francese al French Institute. Nessun problema dal punto di vista della didattica : « Abbiamo trovato uno standard che si avvicina molto a quello europeo da questo punto di vista. Ci siamo trovati molto bene, anche grazie al lavoro dei nostri docenti, tra cui in particolar modo la professoressa Serena Marcenò, coordinatrice del progetto. Anche i docenti che ci hanno accolto a Tunisi e i colleghi dell’università sono stati gentilissimi, ci hanno dato delle dritte per sostenere al meglio gli esami ed aiutato a trovare una sistemazione». L’obiettivo di questi mesi di permanenza è quello di poter conoscere e vivere i luoghi e le tematiche che si affrontano a lezione : « Studiamo la regione Mena, affrontando tematiche a livello geopolitico e strategico. Tra cui il tema delle migrazioni : dalla Tunisia provengono molti ragazzi che arrivano in Italia con il viaggio della speranza. Alla Goulette abbiamo visto persone che provavano a intrufolarsi nei camion in partenza ».
« La Tunisia è una continua scoperta. Vado spesso nella medina di Tunisi, e mi ci perdo sempre, scoprendo nuovi aspetti. Quello che ci ha sorpreso tutti è il basso costo della vita : con 3 o 4 dinari paghiamo una corsa in taxi, abbiamo affittato una villa al Bardo, pagando 90 euro a persona. Un’abitazione messa a disposizione da un docente universitario, che non ha lucrato sul nostro essere turisti». Un’esperienza, il vivere in Tunisia, che Andrea consiglia a tutti : « Indipendentemente dallo svolgere o meno l’Erasmus +, è davvero un’esperienza interessante. Noi siamo a Tunisi, che sicuramente è diversa dal resto della Tunisia, ma la gentilezza, la cordialità delle persone la si ritrova ovunque. Abbiamo girato un po’, per quanto possibile date le limitazioni, siamo stati a La Marsa, Sidi Bou Said, Tabarka, Hammamet. Durante il Ramadhan siamo stati ospiti a casa di alcuni tunisini che hanno voluto condividere con noi il momento della rottura del digiuno. Per l’Eid abbiamo comprato un vitello e donato una parte a una famiglia bisognosa, come vuole la tradizione ».
Un’immersione nella vita locale, cercando di cogliere e di vivere ogni aspetto quotidiano. « Io sono vegetariano, una cosa considerata un po’ strana. Vicino casa c’è un fruttivendolo e riesco a rifornirmi di frutta e verdura, mentre quando mangio fuori casa, vado di hummus, legumi e salse, senza contare i vari frullati e succhi di frutta, dalla citronnade, al succo con melograno, datteri, melone libanese e i vari dolci senza strutto ». L’aspetto che lo ha colpito di più ? « Ritrovare i mestieri che da noi sono considerati ormai antichi, come il calzolaio che aggiusta le scarpe per strada, quei lavori artigianali che da noi stanno scomparendo, ma che qui hanno il loro peso e valore. La sensazione è di essere tornato vent’anni indietro nel tempo rispetto all’Italia »
« All’inizio sono rimasto un po’ shockato nel non trovare un sistema di raccolta differenziata, ma poi ho visto che in un certo modo c’è anche qui, con le bottiglie delle bibite con il vetro a rendere, le bottiglie di plastica raccolte dalle persone e portate nei centri appositi. Certo non sempre si usa ad esempio il sacchetto biodegradabile per la spesa ». A livello linguistico, invece, nessuna difficoltà : « Abbiamo trovato molte persone che parlano italiano : ci ha fatto molto piacere. Parlando inglese, francese e italiano riusciamo a farci capire, poi tra noi ci sono anche persone che parlano l’arabo ».
E aggiunge : « Abbiamo chiesto di prolungare di altri sei mesi il nostro soggiorno : questo progette ci permette di svolgere anche un tirocinio qui e dedicare tempo alla stesura della tesi di laurea. La mia sarà sulla salute mentale dei migranti, sia di quelli che arrivano in Tunisia, sia di quelli che arrivano in Europa, con un approccio di tipo sociologico, per capire come questa disabilità venga riconosciuta, non solo a livello medico. Il tutto grazie al supporto del professore Mario Ferrante, statista, che mi sta dando una mano per raccogliere dati qualitativi e quantitativi ». E conclude : « Bisogna lasciarsi coinvolgere, uscire dalla logica di vivere il Paese da turista, tuffarsi nell’esperienza in modo più totale «
Per me la migrazione è una ricchezza, se la si riesce a cogliere appieno. Molti migranti arrivano in Sicilia come punto di partenza per una nuova vita in area Schengen. Il nostro corso di laurea ci dà gli strumenti per lavorare in questo campo, nelle ong, ambasciate, organizzazioni internazionali. E soprattutto gli strumenti che ci permettono una decostruzione del mainstream : ad esempio se si parla di democrazia sappiamo andare oltre, non per forza democrazia significa pace. Abbiamo chiare le dinamiche di ciò che può portare la gente a spostarsi da un territorio, motivi sia climatici, che economici, e cosi via. Noi italiani siamo definiti importatori riluttanti di migranti : dal punto di vista economico le nostre industrie richiedono una manovalanza, ma dal punto di vista morale non accettiamo l’arrivo di queste persone. Non seguiamo le correnti populiste che gridano all’invasione : grazie ai dati traiamo le conclusioni ». Un corso di laurea che permette dodici mesi di mobilità non solo in Tunisia : « Tra i Paesi in cui si può andare, Palestina, Colombia, Tanzania. I docenti ci tengono e ci aiutano a fare questa esperienza. Impegnandosi nello studio ci si può creare un futuro migliore, fatto di mobilità e di arricchimento del proprio bagaglio culturale ».
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