Come si vive in Tunisia?
“Come si vive in Tunisia?” È la domanda che va per la maggiore nei gruppi di Italiani in Tunisia, dove gli iscritti che ancora non vivono nel Paese nordafricano, ma stanno pensando se trasferirsi o meno, cercano in questo modo di tastare il terreno.
E’ impossibile dare una risposta oggettiva e veritiera a una domanda così soggettiva: le risposte saranno le più varie, in base all’esperienza di ognuno. C’è chi in Tunisia si è trasferito per amore, chi per studio, chi per lavoro, chi dopo la pensione. Ognuno ha un percorso personale totalmente diverso dagli altri, tanto che c’è chi se n’è pentito e ha fatto i bagagli dopo poco tempo, altri che invece si sono innamorati perdutamente del Paese e non lo lascerebbero mai, altri ancora per cui è un ripiego temporaneo perché la loro situazione economica non permette alternative.
Il “come si vive in Tunisia” (ma vale ovviamente anche per altri Paesi) dipende da tanti fattori:
- Avere euro o dinari: vivere con gli euro o vivere con i dinari porta il vivere nel Paese su due piani differenti. Chi ha gli euro, ha un potere d’acquisto che diventa tre volte tanto rispetto a chi ci vive guadagnando in dinari. E, in un periodo storico in cui il potere d’acquisto del popolo tunisino viene sempre meno, e i prezzi continuano ad aumentare, non è un aspetto di poco conto. Vivere con gli euro dà sicuramente maggiori possibilità di quante si avrebbero in Italia e una maggiore stabilità. Ovviamente ci riferiamo nel caso in cui chi vive con i dinari guadagni uno stipendio medio locale, non chi ha guadagni ben maggiori (lo stipendio medio è di circa 200 euro al mese)
- Lavorare od essere pensionati / studenti : un conto è vivere il Paese da pensionati o da studenti, un altro paio di maniche doverci lavorare. Lavorare in Tunisia è per certi versi molto stressante, per diversi motivi. Vivere nel Paese da pensionati è come essere in vacanza: ci si rilassa, ci si dedica ad incontrare gli amici, si esplora il Paese. Da studente – Erasmus o nel Paese per imparare l’arabo – , oltre alle ore di lezione e di studio, si può viaggiare nel Paese, conoscere persone provenienti da diverse parti del mondo, esplorare il mondo giovanile.
- Essere single o famiglia con figli in età scolare: in questo caso, è la voce “spese” che cambia notevolmente, se si decide di iscrivere il figlio in una scuola privata o internazionale. In Tunisia ci sono anche le scuole pubbliche che hanno costi decisamente inferiori (qui vi avevamo parlato delle differenze tra scuola pubblica e privata), ma gli expats preferiscono spesso le private, che ovviamente hanno un costo non indifferente. Senza contare poi le attività extrascolastiche. Vivere da single permette di avere costi minori, anche se dipende dallo stile di vita a cui si è abituati: certi cibi importati costano di più, bisogna preventivare il costo di eventuali rientri in Italia, se si ha una patologia (e quindi spese sanitarie) o meno e via dicendo
- La città di partenza e di destinazione : molti italiani che provengono da grandi città italiane trovano in Tunisia la tranquillità che lì non avevano: meno traffico, meno stress, più gentilezza da parte delle persone, alcuni riferiscono di ritrovare i gusti della propria infanzia, con frutta e verdura che sono davvero tali e c’è chi trova anche l’amore (con differenze d’età spesso notevoli, ma questa è un’altra storia…). Ma chi in Italia vive in piccoli paesini, del nord o del sud, noterà poche differenza con la Tunisia: anche lì ci sono realtà in cui ci si conosce più o meno tutti, la gentilezza non manca, frutta e verdura si acquistano a km zero dai contadini, i ritmi sono più rallentati. D’altra parte ad esempio, per diversi italiani siciliani in Tunisia, quest’ultima ricorda un po’ la Sicilia degli anni Cinquanta. Inoltre scegliere Tunisi come città in cui vivere non è uguale a Sousse, Mahdia, Hammamet, Djerba o Monastir: ogni località ha i suoi pro e i suoi contro. Hammamet è la meta favorita in quanto la comunità italiana è ampia, c’è il mare, non dista molto dalla capitale e permette quindi di avere dei punti di riferimento.
- Il senso o meno di adattamento: trasferirsi in un Paese con tradizioni e una religione diversa non è da tutti. C’è bisogno di un senso di adattamento non indifferente. Non si può pretendere di trovare un’Italia replicata in Tunisia. Come si dice, Paese che vai, usanze che trovi. A certi aspetti bisogna farci l’abitudine: ad esempio, al problema dell’inquinamento e dello smaltimento dei rifiuti, che è una problematica che tocca tutto il Paese. I paragoni con l’Italia è meglio evitarli, in tutti i sensi, e mettersi il cuore in pace.
- Il motivo per cui ci si è trasferiti: trasferirsi per la defiscalizzazione, per amore, o per studio, porta ad affrontare la vita quotidiana con atteggiamenti diversi. Trasferirsi solamente per una motivazione economica non si rivela però sempre vincente: diverse le testimonianze di chi, dopo qualche mese, a volte per mancanza di senso di adattamento, a volte per altri motivi, fa le valige e decide che il Paese non fa per lui/lei, se non per una vacanza. Trasferirsi per amore implica dei compromessi con il proprio partner, e ogni coppia deve trovare il proprio equilibrio. Trasferirsi per motivi di studio porta a vedere il Paese con occhi diversi, e con uno sguardo antropologico
Qualsiasi sia il motivo per cui state pensando di trasferirvi in Tunisia, non basatevi solo su quanto leggete nei vari gruppi Facebook: spesso la realtà è molto più complessa di quanto descritto nei commenti. Fate un periodo di prova, spostatevi nel Paese per vedere quale può essere la zona più adatta a voi, cercate di capire se davvero è la meta che può fare al caso vostro. E se avete delle proprietà, non vendetele subito: lasciate un piano B
Buona fortuna!
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