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Et-tunsi u el-qahwa

I tunisini sono profondamente innamorati del caffè, tanto che esiste una celebre canzone di Mohamed Jammoussi che è un ode al caffè e alla ritualità ad esso legata.

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Una delle prime cose che cercano gli italiani all’estero è il caffè, che in arabo, e anche in tunisino, si dice QAHWA ed è una parola femminile. I tunisini sono profondamente innamorati del caffè, tanto che esiste una celebre canzone di Mohamed Jammoussi che è fondamentalmente un ode al caffè e alla ritualità ad esso legata. Inoltre, una leggenda vuole che il caffè sia stato proprio scoperto in Tunisia! Sidi Bel Hassan Al Shedhli, uno dei maggiori marabutti di Tunisi, impegnato a studiare i testi religiosi, non riusciva a sconfiggere il sonno, mentre la pecora dei vicini belava senza sosta tutta la notte. Sidi Bel Hassan vide in seguito che la pecora mangiava una pianta dalle bacche rosse. Aveva scoperto il caffè.

Kahwaji - Mohamed Jammoussi

La parola qahwa, come in italiano, indica sia la bevanda che il locale, per cui si dice : “noshrob qahwa” “bevo un caffè” e “nemshi li el-qahwa” “vado al caffè”, ma esistono anche caffè con pochi tavoli che si chiamano Kafitiria. In un paese dove vige il divieto di consumazione di bevande alcoliche all’aperto in pubblico, il caffè svolge la funzione sociale che in Italia è piuttosto quella dei bar. Aspettatevi che vostri amici vi domandino : “waqtesh na‘mlu qahwa?“, “ quando ci prendiamo un caffé?” oppure “ija na‘mlu qahwa“, “vieni, prendiamo un caffè”. Abbastanza comune a Tunisi è usare il diminutivo QHIWA, “un caffettino”. Ricordatevi che in Tunisia non esiste il caffè bevuto di fretta al banco, bisogna sedersi e sorseggiarlo lentamente, e non vi stupite infatti se tanti continuano a berlo ormai freddo!

Qahwa 'arbi a Sidi Bou Said - photo credits Giada Frana

Nei quartieri popolari, molti caffè si trasformano in vere e proprie sale da gioco in cui si consumano accanite partite a Shkubba, la Scopa tunisina, e Ramin, tutti giochi importati dagli italiani. Il mondo tunisino del caffè è infatti un ottimo rappresentante dell’interculturalità che permea la lingua e la cultura del paese. Quando il cameriere, detto QAHWEJI con il suffisso -ji di origine turca, o serveur in francese, vi chiederà probabilmente: “esh toshrob?” “cosa bevi” o “shnuwa njiblek” “cosa ti porto?”, “nsharrabkom haja? “ vi porto qualcosa da bere?”, la scelta dei caffè possibili è tutta fatta da parole francesi, fatta eccezione per QAHWA ‘ARBI, letteralmente “caffé arabo” che noi conosciamo come “caffè turco”, e che, attenzione, vi arriva già zuccherato se non richiesto altrimenti!

Potrete dunque rispondergli “jibli..”: “portami…”/ “hatli o ‘atini” “dammi”, “nekhudh” “prendo” :
express, il nostro amato espresso
allongé, caffè lungo
direct, più un piccolo caffellatte che un caffé macchiato
capucin, il cappuccino.
américain, l’americano

Questi sono i tipi di caffè che in genere tutti hanno. Ovviamente si può anche ordinare un tè, che si dice TEY. Ora dovreste essere pronti per ordinare, SAHHA!

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