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Isabella, redattrice in lingua italiana, 900 dt al mese, un risparmio di soli 60 dt

Isabella vive a Tunisi, dove lavora come redattrice. Tra affitto, spese alimentari e qualche piccolo extra, il risparmio è molto poco.

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Isabella si è trasferita in Tunisia, a Tunisi, per seguire il marito, di origine tunisina. I primi mesi del trasferimento, avendo qualche risparmio da parte in euro, non ha cercato lavoro e nemmeno una casa in cui stare, appoggiandosi ai suoceri. Si è iscritta alla Bourguiba School, frequentando un corso intensivo di arabo classico per tre mesi, e dopo cinque mesi dal suo arrivo nel Paese nordafricano, si è messa a cercare un’occupazione, avendo la fortuna di trovarla subito. I risparmi infatti finiscono in fretta, complice un viaggio in Italia e una vacanza in Tunisia con la sua famiglia, venuta appositamente a trovarla. Riesce a trovare lavoro in una scuola privata.

« Insegnavo italiano agli studenti tunisini che volevano proseguire i propri studi universitari in Italia. Venivo pagata piuttosto bene : 23 dinari all’ora ; insegnavo dal lunedì al venerdì per tre ore al giorno. Riuscivo a portare a casa sui mille dinari. La mattinata era libera : avevo iniziato così a frequentare un corso di tunisino, e riuscivo anche a scrivere qualche articolo come freelance ». Il lavoro come insegnante però dura solo quattro mesi. « Non avendo affitto, li spendevo per la spesa alimentare per la famiglia, qualche cena fuori, spesa per il taxi e il pullman per andare al lavoro, spese per la macchina (purtroppo aveva sempre qualcosa non essendo nuova), spese veterinarie e cibo per il gatto (in Tunisia avere un animale domestico è quasi un lusso visti i costi di lettiera, crocchette etc) e soprattutto spese dentistiche. Lavorando senza contratto, riuscivo ad avere dei piccoli rimborsi solo grazie all’assicurazione sanitaria di mio marito : ma cifre veramente esigue rispetto alle spese fatte. Ad esempio, su 300 dinari di occhiali da vista, me ne rimborsarono solo 170 ».

Isabella comincia a cercare un altro lavoro : spulcia i siti tunisini, e invia curriculum su curriculum, ma non conoscendo la lingua araba, spesso richiesta, per molti lavori non può proporsi. Per un periodo fa qualche lezione di italiano a due studenti tunisini, a 15 dinari all’ora, ma poi gli studenti di punto in bianco non la contattano più. Poi, dopo tre mesi, la chiamano per un colloquio. « Era un’azienda francese, cercavano una redattrice in lingua italiana che facesse delle ricerche e traducesse i contenuti per un sito. Il lavoro non mi attirava molto, ma volevo la mia indipendenza, avere una casa nostra, e soprattutto metter da parte qualcosa per rientrare dalla famiglia, che non vedevo da molti mesi. Mi proposero un salario di 900 dinari : un lavoro dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 17.00 ; il venerdì dalle 9.00 alle 15.00, con due ore di pausa tra pausa caffè e pausa pranzo e un’ora al venerdì. Erano molto rigidi : se si arrivava in ritardo anche di un solo minuto, lo stipendio di quella giornata veniva scalato ».

Le spese di Isabella

Isabella riesce a trovare una casa in affitto in centro, un trilocale semi arredato, per 600 dinari al mese. « Trovare casa non è stato semplice : gli standard italiani sono diversi da quelli tunisini. In Italia normalmente le case sono già arredate e non manca nulla, al massimo bisogna solo installare internet. Dopo mesi di ricerca trovammo la casa adatta a noi : luminosa, spaziosa, e soprattutto in un quarto d’ora potevo raggiungere il mio ufficio a piedi. Certo non era del tutto arredata : mancava la lavatrice, il divano, i mobili in soggiorno, il letto per la camera degli ospiti, destinata alla mia famiglia quando sarebbe venuta a trovarmi ». L’affitto è diviso a metà con il marito, che paga anche le bollette e alcune spese alimentari, tra cui macellaio e frutta e verdura. « Io faccio spesa al supermercato : in Tunisia non è così conveniente come in Italia, non ci sono grandi offerte, conviene spesso e volentieri acquistare nelle piccole botteghe. Solo che lavorando così tanto non ho tempo di andare nei vari mercati e botteghe, spesso faccio la spesa in pausa pranzo assieme a una collega tunisina, andiamo al supermercato vicino all’ufficio. I gatti poi sono diventati due, quindi la spesa è aumentata per loro. Invece a volte tornando a casa dal lavoro mi fermo da un hanout a prendere pane, latte, uova, olio d’oliva, yogurt, le cose che mangiamo quasi quotidianamente. Non consumiamo molta carne, se non quella bianca perchè più economica, zero pesce, zero formaggi . Per il pranzo, all’inizio mangiavo nel café vicino al lavoro, ma alla lunga era una spesa non indifferente, anche se era un ristorante popolare tunisino. Per cui ho cominciato dopo poco tempo a portarmi il pranzo da casa, che riscaldo e mangio al lavoro. Ogni tanto mi concedo qualche pranzo fuori per incontrare le amiche, e un caffè».

E conclude : « Alla fine, tra tutto, risparmio poco più di 50 dt. E per fortuna non ho figli : non so davvero come faremmo a stare dietro a tutti i loro bisogni. E sono comunque fortunata : ho qualche guadagno mensile in euro, che però non è fisso perchè è dato da un secondo lavoro che faccio saltuariamente. Con le entrate in euro pago il biglietto aereo per tornare ogni sei mesi dalla mia famiglia e per sostenere le spese del soggiorno quando sono in Italia. Altrimenti mi potrei scordare questo viaggio ».

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