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Leffe, inaugurazione della mostra ambientalista “i sentimenti nell’acqua”. Anche un’opera dalla Tunisia

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COMUNICATO STAMPA – Guardare tutti insieme in una direzione, mentre il pericolo è in corso o si avvicina è quanto di più istintivo ci possa essere. Eppure quando qualcosa è pericoloso, veramente pericoloso siamo in grado di averne vera coscienza? Le nostre autodifese psichiche ci permettono di affrontare con realismo il pericolo imminente? Leggendo “Il tempo e l’acqua” dell’islandese Andri Snaer Magnason parrebbe il contrario, quasi che l’avvicinarsi del pericolo non possa da noi essere percepito in tutta la sua portata.

Nell’acqua del resto siamo nati, in quei nove mesi siamo stati rassicurati da un ventre caldo che ci nutriva costantemente senza merito alcuno se non l’esistere. E anche ora che il mondo è un focolaio di guerre da cui fuggire, quando non sono quelle dei proiettili, lo sono quelle delle economie selvagge, il viaggio verso il ventre liquido della terra è un grande richiamo. Nell’ansa del Mediterraneo trova un luogo speciale a cui i più grandi scrittori delle nostre eterne peregrinazioni si sono ispirati affacciandosi dalle loro polis a raccontare ciò che ancora mettiamo in scena e tramandiamo su scritti preziosi.

Il Mediterraneo con la sua ansa circolare mitiga la violenza degli oceani le cui acque senza soluzione di continuità si mescolano ad esso. In queste acque che gli europei, i medio orientali e i nord africani conoscono fin da bambini affacciandoci gioiosi sulle coste per passare i momenti più belli dell’anno, qualcun altro vi si affaccia dopo lunghe peregrinazioni, partendo anche dal centro Africa lungo l’inevitabile deserto del Sahara per raggiungere questo posto-anima e molte volte navigarlo su mezzi di fortuna, che paiono non tanto più avanzati di quando Ulisse più di due millenni prima solcava quei mari, e senza lui al timone come il film “Io capitano” ha così bene narrato.

Il pericolo è vicino ai migranti quando attraversano le acque eppure siedono l’uno vicino all’altro affidandosi ciascuno alla fortuna che sperano scritta nel loro destino, pregando per le loro vite. Forse pensano che se non sono morti in un luogo inospitale come un deserto o nelle carceri in cui degli aguzzini li hanno incarcerati per mesi e forse per anni, allora la loro vita ha comunque un significato che troverà nel ventre del Mediterraneo il suo compimento.

Ma nessuno di loro è un pesce, il cui habitat è da milioni di anni proprio quel mare, di cui spesso conoscono la totalità, vivendo negli abissi che per il Mediterraneo arrivano a più di 5000 m, come ad esempio il beccaccino che vive dai 100 m fino ai 4.300 m.Quante cose non abbiamo mai saputo di quelle profondità, ammirandone o sfidando solo la superficie per millenni. La scienza oceanografica è ottocentesca e in Italia la prima cattedra è del 1950. Il grande mistero degli abissi, crea sentimenti di impotenza. Troppo in pochi hanno pensato che proprio dopo poco di più di 50 anni i cambiamenti climatici ci avrebbero portato a un grande vuoto cognitivo e ad avere conoscenze tanto scarse da non poter nemmeno prevedere cosa succederà realmente con l’innalzamento delle temperature marine e l’acidificazione delle acque.

La nostra ignoranza ci ha portato a squilibrare, con economie predatorie il ventre azzurro che ora è in pericolo insieme a noi legati a stretto giro al suo modo di agire con i suoi moti ondosi, il suo livello e la vita che potrà o non potrà più ospitare.Quanti animali negli abissi sono già scamparsi prima che li potessimo conoscere? Ma forse la domanda vera è: li avremmo veramente voluti conoscere? Ci siamo limitati a guardare per millenni la superficie, a solcarne “la pelle” con le nostre imbarcazioni, ma ora dobbiamo prendere coscienza di tutta l’estensione marina del pianeta, una presa di coscienza emotiva innanzitutto, per aver la percezione reale del pericolo e per essere partecipi realmente delle scelte che possiamo mettere in campo.

La mostra I SENTIMENTI NELL’ACQUA è questo viaggio per poter sentire il cuore pulsante delle persone, quello dei migranti che batte all’unisono su imbarcazioni di fortuna e quello dei piccoli e grandi pesci dalla superficie, fino agli abissi più profondi. È il momento per essere coraggiosi e guardare negli occhi il pianeta terra e prendere la nostra decisione di essere tutti insieme migliori per loro e per noi.

I SENTIMENTI NELL’ACQUA

A cura di Patrizia Bonardi

 

Dal 9|12|2023 al 16|03|2024

 

BACS Between Contemporary Art and Sociology

Via Donizetti 42 – Leffe (Bg)

 

Inaugurazione dalle 17 alle 19.30 entrata libera

per visite successive scrivere a  bacs.leffe@gmail.com

 

Opere di:

 

Patrizia Bonardi, Elisa Cella, Alfredo Colleoni, La Chigi, 

Arianna Iezzi, Mohamed Krit, Piera Legnaghi, Daniela Monica, 

Ettore Moschetti, Valentina Persico, Carlo Previtali, 

Dolores Previtali, Katarzyna Serkowska

 

Scriveranno, ispirati dalle opere in mostra, sociologi e liberi pensatori simpatizzanti l’associazione culturale Artists.Sociologists.

 

Mostra ambientalista dedicata al libro “Il tempo e l’acqua” di Andri Snaer Magnason fra cambiamenti climatici legati in particolare all’acidificazione dei mari e cambiamenti climatici.

 

Organizzatore: Associazione Artists.Sociologists

In collaborazione con Giada Frana di L’Altra Tunisia

© Riproduzione riservata

 


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