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Mohamed Fakhri, a piedi 2.200 km da nord a sud della Tunisia in 76 giorni

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E’ stato l’unico a compiere il giro della Tunisia a piedi, a soli 22 anni, 2.200 km percorsi in 76 giorni: si tratta di Mohamed Fakhri, detto Med, classe 1996. Il suo record massimo? In un solo giorno ha percorso 75 chilometri, dalle 3 di mattina alle 20 di sera. Ma chi c’è dietro l’incredibile record che lo ha portato ad attraversare in lungo e in largo il Paese nordafricano?

E’ il primo dicembre 2018 quando, zaino in spalla, parte con un solo obiettivo: fare il giro della Tunisia a piedi, toccando tutte le zone del Paese. “Sulla mappa sembra un Paese piccolo – racconta -, ma a piedi non lo è affatto”. Né le peggiori condizioni ambientali né i migliori amici sono riusciti a farlo desistere: “Mio padre per me è anche un amico, io non lo chiamo papà”, continua Med. E infatti a ridosso della partenza il padre, preoccupato per l’incolumità del figlio, nasconde tutta l’attrezzatura per il viaggio. Med la ricompra con l’aiuto di un’amica francese e si ripresenta al padre pronto per partire. Il ragazzo gli intima: “Se mi sottrai pure questa attrezzatura ne ricomprerò un’altra, riuscirò comunque a fare il mio viaggio”. Il 16 febbraio 2019, dopo soli 76 giorni, Med può festeggiare il traguardo raggiunto, la prima persona di cui è nota tale prodezza, un record mondiale.


Il viaggio compiuto dall’atleta Mohamed Fakhri

Tutto inizia da un fatto terribile. Un grave lutto squarcia come un fulmine a ciel sereno la sua vita. Dopo cinque anni insieme perde una persona molto cara a causa di un incidente d’auto. Comprensibilmente sotto shock, il giovane cade in un periodo di oscurità, tre mesi d’isolamento: “Vedevo tutto buio, sono arrivato a pesare 50 chili, pensavo di non farcela. Un giorno prendo in mano la mia vita, reagisco, vado in palestra, riprendo con le mie passioni. Ma mi sento ancora vuoto. Così nasce l’idea di andare oltre la routine, di fare il giro della Tunisia a piedi.

Il ragazzo, che vive a La Marsa (Tunisi) parte dal Cap Angela presso la bellissima e marittima Bizerte, il punto più a nord del continente africano – giusto per non sbagliarsi. Nonostante il suo progetto fosse solitario, accetta che due amici si uniscano a lui. Loro da soli non avevano mai osato l’impresa. Camminano verso ovest. Passano per Tabarka, il primo angolo del quadrilatero che percorreranno. In altre zone, avanzano persino nella neve del paesaggio quasi alpino. A Jendouba il padre fa una sorpresa a Mohamed, presentandosi senza preavviso, dopo diversi giorni dall’inizio dell’avventura: “Ci siamo abbracciati piangendo. Ci mancavamo. Ma non potevo fermarmi, dopo 15 minuti ci siamo salutati”. Med mi spiega che la famiglia viene prima di tutto. Tuttavia il pellegrino non può temporeggiare, ha una tabella di marcia, deve continuare a camminare.

Lambiscono la mistica e vivace El Kef, ammirano l’Algeria dalla tavola di Giugurta, un plateau rialzato. A Kasserine i militari invitano la nostra compagnia a non proseguire a piedi. La presenza di piccoli gruppi terroristici lo impone. Fanno l’autostop e saltano su un louage, il taxi collettivo per le lunghe distanze, unico “sgarro” di circa 100 chilometri in un viaggio di 2.200 altrimenti solo a piedi. Il conducente, colpito dalla loro storia, abbuona ai tre ragazzi la tariffa per la tratta. Altro esempio di bontà tipicamente tunisina, confermato dal fatto che ovunque andassero venissero spontaneamente accolti e ospitati da sconosciuti locali: “Dovunque andassimo venivamo ospitati. Dovunque. Ci davano tutto, da mangiare, da bere, da dormire, persino soldi. Abbiamo usato l’attrezzatura da campeggio solo tre notti. Il posto più bello in cui siamo stati accolti è stato presso una famiglia di allevatori, in una casa di due stanze circondata da pecore e galline”.

Camminando verso Sidi Bouzid dei contrabbandieri li fermano. Tale attività, chiamata Contra in Tunisia, è comune: “Non eravamo stupiti né preoccupati. Il pick-up carico di taniche di benzina fuori legge si è accostato a noi. Ci hanno chiesto se volevamo sigarette. Alla fine ci hanno regalato acqua e viveri”, con ogni probabilità anch’essi affascinati dall’ardore dei tre giovani. Dopo Sidi Bouzid incomincia la zona più desertica. Superata Gafsa il viaggio prosegue costeggiando le meravigliose e sognanti oasi di Mides, Tamarza, Chbika e arrivando a Tozeur, per poi attraversare il suggestivo e arido Chott-el-Jerid,  il lago salato più grande del Sahara chiamato in antichità “lago Tritone” da Plinio ed Erodoto. Secondo la leggenda Venere vi sarebbe nata.  

Mohamed Fakhri sul monte Toubkal, in Marocco

Tra Douz e Ksar Ghilane l’incontro più ravvicinato con l’oltretomba: “Abbiamoattraversato il desertoa piedi. A un certo punto durante la traversata ci siamo persi. Dopo tre giorni l’acqua scarseggiava. Mangiavamo le rarissime piantine del deserto, ricche di liquidi ristoratrici. Una notte guardando le stelle ho ripensato a mio papà. Aveva ragione. In quel momento capii la sua preoccupazione. Per fortuna abbiamo poi visto di nuovo la strada e appena c’è stato campo ho chiamato un’amica. Le ho detto: <<ci serve acqua>>. Prontamente è arrivata con il quad a portarcela”. A quel punto, come se fossimo nel libro di Jon Krakauker “Into the wild” – che ovviamente anche Med ha letto -, ma in climi opposti, ho raccontato al mio interlocutore di quando mi sono perso nel deserto, seppur roccioso, tra Chenini e Douiret, a mia volta con due compagni di avventura, dormendo all’addiaccio in una grotta con i soli vestiti che avevamo addosso. Una storia che racconterò presto…. Gli chiedo se non avesse avuto paura. “Non ho paura di niente, ho fiducia. Solo per la mia famiglia ho paura. Fa bene prendersi dei rischi talvolta. Ma tutto è scritto nel nostro destino”.

Il viaggio è poi proseguito nella zona di Tataouine, ricchissima di patrimonio storico-paesaggistico. Qui e in altri luoghi della Tunisia, compreso il sopracitato lago salato di Chott-El-Jerid, è stato girato parte di Star Wars e il nome della città ha ispirato quello scelto da George Lucas. Hanno poi continuato sulla costa est, in dirittura d’arrivo attraverso le più note e turistiche Djerba, Mahdia, Sousse, Hammamet. “Quando volevo partire mio padre mi scongiurava di rinunciare. Poi, quando le radio mi chiamavano e sono diventato un po’ famoso, lui parlava di me a tutti gli amici, racconta con un sorriso bonario.

Il racconto è stato così ricco e denso da non lasciare tempo per le altre sue imprese, la scalata dei 5895 metri di altezza del Kilimangiaro e dei 4167 metri del monte Toubkal in Marocco, il più alto del mondo arabo. Viro allora su domande più personali. Gli chiedo se vorrebbe restare in Tunisia o andarsene anche lui come molti suoi coetanei. “Mi piacciono la Tunisia e i tunisini. Però vorrei fare carriera in Europa. Sicuramente un giorno farò il giro dell’Europa, come ho fatto qui nel mio Paese”. Rilancio: “Che lavoro vorresti fare?”. “Mi piacerebbe aprire un ristorante salutistico. Sono diplomato alberghiero”. “E come faresti a viaggiare poi?”, controbatto. “Qualcuno lavorerà per me”, risponde a colpo sicuro. Mi collego: “Non vuoi professionalizzare la tua presenza sui social network?”. “Non è semplice. Ho 18 mila follower suInstagram. Non sono pochi, ma non è abbastanza per gli sponsor o per viverci. Spero di trovare presto nuove strategie e opportunità in questo settore”.

 
 
 
 
 
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Gli chiedo: “Come vedi i giovani tunisini?”. “Penso ci siano due parti di ragazzini qui. Quelli di cultura, che hanno studiato e quelli di strada, poveri, nel vortice delle droghe. Sono di buon cuore, ma non sono andati a scuola. Io cerco di svegliarli, quando sono in cammino parlo con loro, porto il mio viaggio come esempio e testimonianza”. E ancora: “Come andrà la Tunisia?”. “Sta migliorando, nel 2023 ci sono stati 8.8 milioni di turisti”. Concludo con un’ultima domanda: “Cosa vorresti dire ai giovani?” “Accogli le tue passioni, poiché sono la bussola che ti guida verso il tuo scopo. In ogni sfida, vedi un’opportunità per diventare più forte e più saggio. Credi nel tuo potenziale, perché non conosce limiti. Usa la tua voce, i tuoi talenti e i tuoi sogni per fare la differenza nel mondo. Ricordate, voi siete gli architetti del domani e le vostre azioni oggi daranno forma al futuro per le generazioni a venire”.

Embrace your passions, for they are the compass guiding you toward your purpose. In every challenge, see an opportunity to grow stronger and wiser. Believe in your potential, for it knows no bounds. Use your voice, your talents, and your dreams to make a difference in the world. Remember, you are the architects of tomorrow, and your actions today will shape the future for generations to come

La prossima impresa di Med? L’Everest, campo base. 

Qui il suo profilo Instagram.

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