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Quale regalo portare ad amici e famigliari dalla Tunisia?

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L’estate è finalmente arrivata, scuole chiuse e Aid Al-Adha finito, ci possiamo rilassare! Di conseguenza avevo voglia di scrivere un articolo utile ma leggero, adatto alla stagione. Tra poco partirò per l’Italia e stavolta mi sono fatta la domanda al contrario, cosa portare dalla Tunisia ad amici e parenti? Ovviamente non è la prima volta che porto dei regali, ma è la prima volta che invece mi vedo costretta a fare qualche calcolo in più, a causa dei prezzi triplicati e di alcuni beni che mancano e che regalavo, per esempio il thè verde, quello che si acquista all’hanout vicino a casa che costa circa mezzo dinaro al pacchetto, introvabile, però l’altro giorno ho trovato in città un pacchetto a 7 dinari, insomma una bella differenza, soprattutto se le quantità da portare sono elevate!

Artigianato tunisino nella Medina di Tunisi - photo credits Giada Frana

Trovo che chi viene dall’ Europa è molto avvantaggiato: sono veramente tantissime le cose che vengono apprezzate in Tunisia che si ricevono in regalo, di ogni tipo: dagli alimentari, ai prodotti per l’igiene personale, vestiario, e così via.  Inoltre la grande differenza è a chi portiamo il regalo: se sono Tunisini residenti in Europa è più facile, perchè agli expat di qualsiasi nazionalità di solito la cosa che manca di più sono i sapori di casa, per cui è facile accontentarli! Io invece porto regali ad amici e parenti e la scelta, oggi, mi diventa più difficile, anche perché in 19 anni ho già portato di tutto.

Nei tempi migliori, le fouta e i prodotti di bellezza a base di argan la facevano da padrone insieme a delle borsettine artigianali multiuso, gioielli tipici, per i più piccoli una grande varietà di nastri, cerchietti e mollettine per i capelli, continuando poi con essenze profumate, saponi, creme per le mani e via dicendo… Ogni gusto veniva soddisfatto! Anche i biscotti artigianali venivano sempre apprezzati con gli immancabili datteri. Oggi i biscotti in pasticceria hanno toccato i 50 dinari al kg ed essendo abbastanza pesanti 1kg sono veramente pochi. I sablè si aggirano sui 30 dinari al kg e trovo che in Italia e in Svizzera siano comunque migliori perché fatti con del burro al posto della margarina che viene usata qui.

Le fouta tunisine nella Medina di Tunisi - photo credits Giada Frana

Un altro dono che mi piace fare, forse perché piace tantissimo a me, sono le ciotole, i piatti, le tazze, i vassoi di artigianato Tunisino: danno subito un’aria di festa alla tavola. C’è anche una grande varietà di oggetti in legno di ulivo, però i prezzi sono alti, per cui non un’idea regalo per tutti. Non possiamo dimenticare le spezie, quest’anno io porterò soprattutto loro, le protagoniste della cucina tunisina, ma che ben si adattano alla tavola mediterranea, curcuma, tebel karwia, cumino e semi di finocchio. Ho trovato dei bicchierini con il tappo a forma di pentagono stella che si usano di solito per mettere le creme di frutta secca che diventano bellissimi riempiti con le spezie colorate e profumate. Un po’ di Harissa che non può mai mancare e olive e peperoncini piccanti per chi apprezza…

Portaspezie tunisini - photo credits Kyra Ferrari Fitouri

La spugna di luffa è anche gradita, ed è un’altra buona idea regalo! Le  koffe (borse di paglia intrecciata), trovo che siano un articolo che fa subito venire in mente la Tunisia e si possano usare in diversi modi: ci sono varie grandezze, forme e fantasie, io ne ho prese due piccole per due bambine che potranno usarla come borsa, ma  anche come porta pennarelli e colori! L’olio extravergine d’oliva era un must da portare, se si pensa che una decina di anni fa costava 5 dinari al litro, ora si trova dai 17 dinari al litro in su. Una bella differenza!

Cosa portare  in dono è spesso tema di discussione tra noi che viviamo qui, sembra banale ma tutte se lo chiedono, spero che il mio articolo possa esservi utile! 

Auguro un bellissimo mese di luglio a tutti!

© Riproduzione riservata

Un venditore tunisino con le sue koffe, le borse di paglia, a Bizerte - photo credits Giada Frana

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