laltratunisia.it

Sirin Ghribi, presidentessa Anpi di Castel Bolognese : noi giovani siamo i partigiani 2.0

Sirin Ghribi, 24 anni, italo – tunisina, è presidentessa della sezione Anpi di Castel Bolognese : « I partigiani sono coloro che combattono. Noi giovani siamo i partigiani 2.0 e combattiamo battaglie per il riconoscimento delle proprie origini, affinchè non si faccia distinzione per il colore della pelle o l'orientamento sessuale  e tanto altro».

1.428
4 minuti

« Mi hanno proposto di ricoprire questa carica poiché mi han sempre vista combattiva ed attiva nel sociale, sono un volto conosciuto. Noi seconde generazioni, e in generale noi giovani, siamo i partigiani 2.0. Partigiano è chi lotta per i propri diritti. I partigiani rimasti dell’Anpi sono coloro che hanno combattuto la guerra, noi abbiamo imparato a combattere le nostre battaglie da loro. Battaglie per il riconoscimento delle proprie origini, affinché non si faccia distinzione per il coloro della pelle o per il prorpio orientamento sessuale e tanto altro. Mi sono presa questa responsabilità, spero di esserne all’altezza ». Sirin Ghribi, 24 anni, di Castel Bolognese (Ravenna) da ottobre del 2020 è presidentessa della sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) del suo paese, tra i più giovani presidenti a livello nazionale. La prima presidentessa non partigiana in Italia fu qualche anno fa Anna Cocchi, ancora oggi alla guida dell’Anpi di Bologna. Una scelta che ha fatto discutere : molti giornali di destra l’hanno definita « straniera » e una strada verso un’involuzione da parte dell’Anpi.

Si può dire che l’attivismo l’abbia nel sangue : la madre, una laurea in Giurisprudenza, avrebbe lavorato come avvocato se il suo titolo di studi fosse stato riconosciuto in Italia, il padre è delegato sindacale Fiom. Da 14 anni Sirin svolge diverse attività di volontariato, iniziando dalla Caritas di Imola, al volontariato presso la Misericordia di Castel Bolognese, fino ad essere la cofondatrice, nel 2017, dell’associazione « Nuova generazione  tunisina », che durante il periodo di lockdown si è attivata assieme ad altre associazioni locali per aiutare le famiglie e gli studenti in difficoltà. E che cerca di rendersi utile per la comunità italo tunisina : « In Italia esistono solo cinque consolati e noi siamo sotto quello di Genova : ciò significa che si deve perdere una giornata di scuola o di lavoro in caso di necessità. Siamo riusciti a far attivare il servizio consolare : una volta all’anno viene qui il console con i suoi dipendenti, ritira tutta la documentazione e dopo una o due settimane ritornano a ridare il tutto. Abbiamo attivato una raccolta firme per aprire una sede del consolato a Bologna : siamo in attesa di una risposta ».

Foto scattata l'8 marzo 2021 per la festa della donna. Quella raffigurata è la staffetta partigiana di Castel Bolognese

I suoi genitori sono arrivati da Sfax trent’anni fa : lei e suo fratello sono nati e cresciuti in Italia, vivendo prima in provincia di Firenze e poi trasferendosi a Castel Bolognese. La cittadinanza, come la maggior parte delle seconde generazioni, Sirin l’ha ottenuta al compimento dei 18 anni, anche se « non sempre vengo riconosciuta come italiana ». Fino ai 18 anni è stata vittima di bullismo : « All’inizio abitavamo in questo paesino di montagna, al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna, dove eravamo l’unica famiglia di stranieri. Tra bambini c’è una cattiveria ingenua, il non sapere e il non capire, qualche volta sono stata presa in giro, ma nulla di particolare. La situazione è diventata più tosta con il trasferimento : in quel periodo non ero in forma fisica smagliante, mi chiamavano ‘mangia kebab’ ».

« Ero e sono fiera delle mie origini. I miei genitori mi hanno insegnato a imparare le culture altrui e mi hanno spinto verso l’integrazione : cantavo in Chiesa con i bambini, partecipavo alla festa di Natale e all’ora di religione, dove cercavo di spiegare ai miei compagni le differenze con la mia religione, quando si parlava di cristianesimo ». A un certo punto la situazione si fa pesante, con messaggi di minacce : « Sono sempre stata diplomatica, non ho mai voluto creare situazioni di disagio, mai fatto sì che tutto ciò che mi capitava potesse arrivare alle autorità. Con la diplomazia sono riuscita a risolvere le situazioni : sono stata fortunata, ho avuto sempre vicino i miei genitori, che mi sono stati sempre d’aiuto ». Dopo le scuole superiori, la situazione migliora notevolmente : Sirin si laurea in Economia e commercio – curriculum economia e management, ora sta frequentando la magistrale in Management dell’economia sociale. « All’università l’ambiente è tranquillo, le persone più mature, non ho mai avuto problemi di nessun genere, questo essere ‘diversa’ non si sentiva ».

Sirin con Moez Sinaoui, ambasciatore della Repubblica tunisina in Italia, che le ha conferito un riconoscimento per la laurea e per tutto il lavoro sociale svolto finora

Il legame con la Tunisia è molto forte : « Non lo considero solo come il Paese in cui trascorrere le vacanze, sono legatissima alle mie tradizioni. Quando ho iniziato a cucinare, ho preparato sia piatti italiani che tunisini. Ho due Paesi per cui devo combattere, da difendere e da aiutare. Italia e Tunisia sono alla pari, casa è sia qui che lì. Sono tanto italiana quanto tunisina. Ho pensato di andare in Tunisia per fare qualche esperienza, ma vorrei che quando ciò accadrà,avrò un bagaglio tale di esperienze, voglio essere ben preparata, per rendermi utile anche lì in qualche modo ».

Durante le ultime elezioni comunali, Sirin si è candidata con l’attuale Sindaco : ha preso dei voti, ma non è entrata in giunta : « E’ stato il mio primo vero e proprio approccio alla politica reale. In casa la politica, sia italiana che tunisina, è pane quotidiano ». E sul suo ruolo in Anpi aggiunge : « Essere presidente è una carica, ma non è un ruolo particolare a moi avviso, perché si lavora tutti assieme, tutti imparano da tutti, siamo un’associazione di persone, chi ha idee e proposte ne parla e poi se ne discute ». E intanto, oltre al percorso universitario da terminare, Sirin sta lavorando come mediatrice culturale e assieme ad altri ragazzi tunisini ha dato il via ad un progetto, in corso d’opera, con il patrocinio dell’ambasciata tunisina in Italia, che si pone l’obiettivo di aiutare ad orientarsi tra burocrazia e i primi passi in un Paese sconosciuto, gli studenti tunisini che vogliono venire in Italia a proseguire gli studi.

© Riproduzione riservata

Vuoi raccontare la tua esperienza ? Scrivici a : redazione@laltratunisia.it mettendo nell’oggetto « tunisini in Italia ». Verrai contattato/a dalla redazione.

Sirin a Tunisi

Casella dei commenti di Facebook

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accettare Leggi di più

Translate »