Trasferirsi con i figli in Tunisia: che scuola scegliere?
Per le famiglie che vogliono trasferirsi con figli al seguito in Tunisia, la scuola è una scelta importante. Qualche considerazione
Leggo in diversi gruppi facebook le domande delle mamme che intendono trasferirsi in Tunisia e si informano sulle scuole: si evince che non c’è la minima idea di come funzioni il sistema scolastico qui. In effetti anch’io ho cambiato opinione e strada più volte in questi anni.
La scuola dell’infanzia parte dai 3 anni fino ai 6 ed è sempre un istituto privato. E’ suddivisa in 2 anni di scuola materna e 1 anno di preparatoire. Si può decidere anche di non mandare il proprio figlio: essendo privata non c’è nessun obbligo. Personalmente però, non consiglierei a nessuno di non mandare i bambini, soprattutto al preparatoire, che, come dice la parola, prepara il bambino all’entrata alla scuola elementare. A tutti gli effetti è già scuola: fanno gli esami e studiano proprio come fossero già alle elementari.
Siccome riporto le mie esperienze personali, possono sempre divergere dal vissuto di un’altra persona, ma vi assicuro che io ero abbastanza allibita. Vedere questi bambini di 5 anni già così sotto pressione, tra studi ed esami mi ha fatto capire come mai molti abbandonano la scuola in età adolescenziale, spesso non finendo neppure le scuole medie. La competizione è all’ordine del giorno, soprattutto tra le mamme sembra guerra aperta, coperta da grandi sorrisi. Prima di vivere qui, quando incontravo qualcuno che conoscevo per strada, mi veniva sempre detto che il figlio/a era il/la primo/a della classe. Io sorridevo e mi chiedevo quanti primi della classe c’erano in una sola classe… Ma avevo sottovalutato moltissimo questo mondo parallelo.
Mia figlia frequentava la classa preparatoire ed era poco dopo gli esami. Prima di andare a prenderla mi ero fermata al piccolo supermercato e la cassiera mi aveva chiesto nel dettaglio l’esito degli esami di tutte le materie…Ricordo che la guardavo e mi chiedevo se stesse scherzando o se volesse davvero i voti; ebbene la seconda ipotesi era giusta, mi fissava senza farmi pagare finchè non ho detto tutto il dettaglio.
Ma il bello comincia alle elementari: la prima grande scelta è tra istituto pubblico e quello privato.
La differenza è abissale in termine di soldi e non solo. Nella scuola pubblica, ogni settimana ci sono delle assenze da parte degli insegnanti. Chi frequenta la scuola pubblica, il voto deve guadagnarselo e non con poco sforzo. I bambini al di fuori dell’orario scolastico fanno tutti “les etudes”, lezioni private di revisione. Si possono seguire con le maestre della scuola oppure in altri istituti. Ma nessuno è esente da questo percorso. Cosa che avviene esattamente anche per la scuola privata: fanno corsi dopo scuola nella stessa sede, con pagamento a parte.
Ma nel concreto cosa succede? Chi frequenta la scuola privata è additato di passare la classe “solo perché paga” e viene spesso sminuito il suo sforzo e i buoni risultati.Durante gli esami i bambini hanno il divieto tassativo di mangiare qualsiasi cosa al di fuori di casa propria, perché, a causa della gara del migliore, le mamme vogliono mettere fuori gioco i migliori e preparano dolci e pietanze con una polverina grigiastra che fa venire crampi addominali, dissenteria e/o vomito a chi li mangia.
Questo è il mondo parallelo della scuola tunisina, nessuno ne parla apertamente, ma tutti guardano in cagnesco i compagni dei figli. Quelli meno bravi sono i più tranquilli, lì non c’è gara, non c’è “pericolo”, ma se migliorano sono cavolacci!
Ciò che succede spesso, è che dalla scuola privata si passi alla pubblica verso la terza o quarta elementare, di modo che alle medie non si venga presi di mira dagli insegnanti perché si era in una scuola privata. Chi frequenta la privata lo fa solitamente per tre motivi. Il primo è che sono figli di genitori stranieri e forse il loro percorso scolastico finirà in Europa; il secondo è che hanno delle difficoltà di apprendimento o comportamento oppure che i genitori lavorano e non hanno aiuti dai familiari per poter far fronte agli orari bislacchi della scuola pubblica. Molti nell’ultimo caso optano comunque per la scuola pubblica supportata con il servizio garderie/ etudes. In pratica ci sono istituti privati che si occupano di prendere i bambini a scuola, portarli nella struttura e farli mangiare, fare compiti e revisione come se la scuola fosse a tempo pieno.
Non è raro sentire i racconti di mamme straniere che tornate al loro Paese d’origine o un altro stato, raccontano di come i figli siano migliorati a scuola e abbiano risultati nettamente superiori a quelli ottenuti in Tunisia, si abbassa l’aspettativa e la pressione diminuisce? Non saprei, ma i risultati sono nettamente superiori, almeno dai racconti.
Concludo dicendo che su 12 milioni e mezzo di persone in Tunisia non tutti sono provati psicologicamente dalla scuola, che ognuno poi troverà la sua strada al di la delle esperienze fatte. Non dappertutto sarà così, e non tutti abbiamo l’onestà di dirlo: la scuola in Tunisia resta un settore sicuramente da migliorare molto. Ma restiamo fiduciosi e cerchiamo di cambiare le cose dove possiamo e speriamo che le generazioni future di insegnanti siano diversi, poco alla volta le cose cambieranno in meglio, ne sono sicura.
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