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Tunisia : bisogna impedire le restrizioni imminenti che minacciano la società civile

L'appello di tredici associazioni della società civile tunisine e internazionali : « Un progetto di legge rischia di ristabilire le restrizioni dell'era di Ben Ali »

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COMUNICATO STAMPA – Tunisi, 11 marzo 2022

Le autorità tunisine dovrebbero rinunciare immediatamente all’imposizione di nuove restrizioni nei confronti delle organizzazioni della società civile, hanno dichiarato tredici organizzazioni della difesa dei diritti dell’uomo tunisine e internazionali. Questo progetto, se prenderà il via, sarà un arretramento maggiore in rapporto ai progressi ottenuti a livello di libertà di associazione in seguito alla rivoluzione tunisina del 2011. Sarebbe un nuovo colpo che avrebbe effetto sule garanzie relative ai diritti umani, da parte del presidente Kais Saied, dopo la sua presa di pieni poteri a luglio 2021.

« Le tunisine e i tunisini hanno già sperimentato i pericoli che le leggi restrittive possono rappresentare per la società civile e il dibattito pubblico » ha dichiarato Amna Guellali, Direttrice regionale per il Medio Oriente e il Nordafrica a Amnesty International. « Durante l’era di Ben Ali, estremamente repressiva, le autorità si sono basate su delle regole restrittive verso le associazioni e su delle procedure amministrative vincolanti, che hanno avuto un ruolo chiave per imbavagliare la dissidenza ».

Un progetto di legge con l’obiettivo di regolamentare le attività delle organizzazioni della società civile è trapelato recentemente. Conferirebbe all’amministrazione dei poteri eccessivamente larghi, discrezionali, permettendole di immischiarsi nelle modalità di creazione delle organizzazioni della società civile, il loro funzionamento, le loro attività e i loro finanziamenti, così come la loro capacità di rendere conto pubblicamente del proprio lavoro ed esprimere le proprie vedute.

In un video diffuso il 24 febbraio 2022, il presidente Kais Saied ha accusato le organizzazioni della società civile di servire gli interessi stranieri e di tentare di intromettersi nella politica tunisina, e ha annunciato la sua intenzione di vietare qualsiasi finanziamento estero di queste organizzazioni. « Nei dieci anni che sono seguiti alla caduta di Ben Ali, le ong in Tunisia hanno avuto un ruolo cruciale, offrendo alla popolazione dei servizi essenziali e sollecitando lo Stato » ha dichiarato Eric Goldstein, Direttore della divisione Medio Oriente e Nordafrica di Human Rights Watch. « Le loro attività dovrebbero essere incoraggiate, non minacciate ».

Il decreto legislativo n° 88 del 2011 permette a qualsiasi persona fisica, tunisina o straniera residente in Tunisia, di costituire liberamente un’organizzazione della società civile, di esercitare una vasta gamma di attività, di fare appello presso le autorità per le leggi e le politiche, di esprimersi pubblicamente per quanto riguarda le attività dell’organizzazione e di ricevere dei finanziamenti di origine straniera senza l’approvazione delle autorità.

Le autorità non hanno confermato ufficialmente la modificazione in corso della legislazione esistente e non hanno pubblicato il progetto di legge, e non si sa se sia stato modificato da questa fuga di notizie. In Tunisia, nessun progetto di legge è stato reso pubblico né dibattuto al Parlamento da quando il presidente Kais Saied ha sospeso quest’ultimo, il 25 luglio 2021. In virtù di un decreto presidenziale del 22 settembre 2021, tutti i testi legislativi sono attualmente promulgati dal presidente sotto forma di decreto legge.

Dal 2011, la società civile tunisina si è considerevolmente sviluppata. Più di 24 mila organizzazioni della società civile risultano attualmente iscritte presso le autorità pubbliche, secondo le statistiche ufficiali, anche se non si conosce il numero delle organizzazioni effettivamente attive.

Numerose organizzazioni della società civile operano in campi come l’educazione e la vita culturale. Altre cercano di aiutare le persone vulnerabili, soprattutto quelle demunite e marginalizzate. Inoltre, la società civile ha avuto un ruolo essenziale nelle iniziative prese dopo la rivoluzione tunisina per permettere una transizione verso una società più libera e più giusta, introducendo dei valori come i diritti umani e lo stato dei diritti nel dibattito pubblico e incoraggiando i responsabili ad integrarli nelle politiche pubbliche.

« Le autorità devono rinunciare immediatamente e rinviare il progetto di legge che è trapelato e fare in modo che qualsiasi testo di legge futuro con l’obiettivo di regolamentare le organizzazioni della società civile sia conforme al diritto internazionale relativo ai diritti umani » ha dichiarato Amine Ghali, direttore del Centro Al Kawakibi per la transizione democratica.

In virtù della legislazione attuale, le persone possono creare un’organizzazione della società civile beneficiando automaticamente di uno stato giuridico attraverso una semplice notifica presso le autorità competenti. Gli articoli dal 10 al 12 del progetto di legge che è trapelato ristabilirebbero l’obbligo per le organizzazioni in vigore all’epoca del presidente Ben Ali, di sollecitare un’autorizzazione preliminare dei poteri pubblici per poter svolgere legalmente delle attività.

Il progetto di legge dispone che le associazioni non possono « minacciare l’unità dello Stato né il suo funzionamento repubblicano e democratico » e che nei documenti che pubblicano, devono fare prova di « integrità », di « professionalità » e rispettare le « regole giuridiche e scientifiche » – una formulazione vaga che rischia di portare a un’applicaziona abusiva da parte delle autorità, hanno dichiarato le organizzazioni.

In virtù della legislazione attuale, le organizzazioni della società civile devono pubblicare delle informazioni dettagliate su qualsiasi finanziamento estero. L’articolo 35 del progetto di legge che è trapelato imporrebbe un nuovo obbligo : qualsiasi finanziamento estero dovrebbe essere approvato dalla Commissione tunisina delle analisi finanziarie, un servizio della Banca centrale della Tunisia incaricato di lottare contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

La lotta contro il riciclaggio di denaro e il terrorismo sono degli obiettivi legittimi, ma non devono essere un pretesto per sorvegliare i finanziamenti esteri delle organizzazioni della società civile, né impedirli attraverso l’imposizione di un’autorizzazione preliminare. Secondo un’inchiesta svolta presso 100 organizzazioni della società civile in Tunisia, pubblicata nel 2018, quasi due quinti delle organizzazioni interpellate hanno detto di appoggiarsi sia parzialmente, sia principalmente, su dei finanziamenti provenienti dall’estero.

Secondo la legislazione esistente, le organizzazioni della società civile non possono essere sciolte se non attraverso la decisione dei propri membri, o dei tribunali se le autorità si rivolgono alla giustizia. Il progetto di legge che è trapelato permetterebbe ai servizi del capo dello stato di dissolvere senza preavviso le organizzazioni della società civile che non hanno svolto delle attività da un certo periodo di tempo. Rischierebbe di permettere alle autorità di dissolvere queste organizzazioni secondo il loro volere e al di fuori di ogni procedura giudiziaria, nonostante le disposizioni del testo in quest’ambito siano ambigue.

« La libertà di associazione – che comprende il diritto di fondare e far funzionare le organizzazioni della società civile senza ingerenze introdotte delle autorità – è un diritto umano fondamentale, consacrato dal diritto internazionale e dalla Costituzione tunisina » ha dichiarato Alaa Talbi, direttore esecutivo del Ftdes, il Forum tunisino per i diritti economici e sociali.

In virtù dell’articolo 38 delle Linee direttive sulla libertà di riunione e di associazione in Africa, i governi non possono né imporre alle organizzazioni della società civile un divieto generale di finanzialmenti provenienti dall’estero, né sottomettere i finanziamenti esteri a un’autorizzazione preliminare dei poteri pubblici. Queste linee direttive riflettono le disposizioni della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, di cui la Tunisia fa parte.

La Tunisia è tenuta a rispettare, proteggere, promuovere e realizzare il diritto alla libertà di associazione, enunciata nell’articolo 22 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e all’articolo 10 della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli. L’esercizio di questo diritto non può essere oggetto che delle sole restrizioni previste dalla legge e che sono necessarie in una società democratica – in altre parole, le restrizioni devono essere il più limitate possibile, considerando i valori fondamentali del pluralismo e della tolleranza.

Le restrizioni « necessarie » devono ugualmente essere proporizionate – ossia essere accuratamente equilibrate nei riguardi della ragione specifica per la quale vengono imposte, e non avere un carattere discriminatorio, soprattutto essere imposte per motivazioni come l’origine nazionale, le opinioni politiche o le convinzioni.

Il 25 luglio 2021, Kais Saied ha licenziato Hichem Mechichi, allora capo del governo, e ha sospeso il Parlamento. Il 22 settembre 2021, il decreto presidenziale n° 117 del 2021, che sospende le disposizioni della Costituzione tunisina, conferisce al presidente il diritto esclusivo di promulgare dei testi legislativi per decreto, dissolvendo l’Istanza provvisoria incaricata di controllare la costituzionalità dei progetti di legge e impedendo qualsiasi ricorso in annullamento verso i decreti legge attraverso il Tribunale amministrativo tunisino.

Il 12 febbraio 2022, Kais Saied ha indebolito l’indipendenza della giustizia promulgando un decreto legge che dissolve la più alta istanza giudiziaria indipendente del Paese, il Consiglio superiore della magistratura – creata nel 2016 per proteggere i giudici dall’influenza del governo – e conferendo al presidente dei vasti potere che gli permettono di intromettersi nel funzionamento dell’apparato giudiziario.

Le organizzazioni firmatarie :

  1. Access Now

  2. Al Bawsala

  3. Amnesty International

  4. Association Tunisienne de Défense des Libertés Individuelles

  5. Avocats Sans Frontières

  6. Euromed Droits

  7. Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux

  8. Human Rights Watch

  9. Initiative de Réforme Arabe

  10. Jamaity

  11. Legal Agenda

  12. Mourakiboun

  13. Observatoire International des Associations et Développement Durable

Traduzione dal francese a cura di Giada Frana

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1 Commento
  1. קמגרה dice

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