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Tunisia: settembre, la fine dell’estate?

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Si è appena concluso l’ultimo fine settimana di agosto: cosa significa per i tunisini? La maggior parte delle tunisine con l’inizio di settembre non porta più i figli in spiaggia a fare il bagno: da sempre è cosi, si tramanda di mamma in figlia. Il “giro” di calendario su settembre indica che ci si comincia a preparare per il rientro scolastico. Ogni mamma che incontrerete in questi giorni nomina la “rentrée scolaire”. Le iscrizioni online tra poco riaprono e c’è fermento per acquistare tutto ciò che serve. Tunisi si riempie di bancarelle con i tablier (i grembiuli scolastici) e il materiale scolastico, così come i mercati locali e i  negozi di ogni città. In Tunisia tutto ha un suo tempo ben determinato. Io ho cercato i tablier a luglio e non li aveva nessuno! “No signora”, mi dicevano i commercianti, “li trova da settembre…” In effetti sabato ho cominciato a vedere spuntare i primi al mercato, prima non ce n’era neanche uno. 

Nonostante faccia ancora molto caldo, piano piano si vedranno i baretti della spiaggia, detti barreka, sparire ad uno ad uno: i permessi vengono dati da giugno a settembre e trovo che sia un peccato. Le sere di settembre e spesso anche ottobre sono ancora belle calde e una bibita, un bicchiere di the o un caffè turco,  alla sera in riva al mare è sempre una cosa carina da fare. Quest’anno i tre barreka davanti a casa mia hanno avuto molta meno gente del solito. La stagione è stata abbastanza sottotono, nonostante il costo dell’ombrellone sia rimasto di 5 dinari per l’intera giornata. Mia cognata, che è andata qualche volta alla spiaggia della Marsa e Carthage, mi ha detto che l’ombrellone lì costa 10 dinari al giorno. L’affluenza è stata decisamente bassa anche da parte dei tunisini che risiedono all’estero e che vengono a trovare la famiglia. In linea generale hanno preferito gli stabilimenti meglio organizzati, che con un forfait di 60 dinari in su per persona, includono anche il pranzo e una sistemazione più comoda. 

Un barreka sulla spiaggia di Hammam Lif – photo credits Kyra Ferrari

Chiacchierando con una mia vicina di casa, che ogni anno apre il barreka per i tre mesi permessi, mi ha detto “Quest’anno non ci sono soldi, femesch flus”, giustificando la bassa affluenza di gente. Credo abbia ragione in parte, purtroppo hanno detto anche di evitare di fare il bagno, che il mare è pericoloso, pieno di batteri. Non dico che non sia vero, non ho le competenze necessarie, eppure quest’anno l’acqua è stata pulita per la maggior parte delle giornate. Alcuni giorni aveva un riflesso dovuto all’alga rossa che è arrivata sulla nostra costa, ma in generale l’acqua e la spiaggia erano pulite.

Gli scorsi anni incontravamo in spiaggia i compagni di scuola di mia figlia, quest’anno non si è visto quasi nessuno. La maestra delle etudes che frequenta mia figlia, ha messo in guardia i bambini sul non fare assolutamente il bagno in mare. La maestra, di tanto in tanto, dà consigli non richiesti su cosa mangiare, bere, fare, su quale lato dormire e così via. Mia figlia all’inizio rincasava preoccupata della nuova informazione ricevuta, ma ovviamente ognuno segue e fa quello che meglio crede: in casa mia vige questa regola da sempre, pertanto grazie per  i consigli, ma li segua pure lei! Per chi se lo stesse chiedendo, in Tunisia è regola seguire les etudes anche in estate, c’è chi fa la pausa a luglio (noi abbiamo fatto così), ma di solito da agosto si ricomincia a mandare i bambini due ore al giorno, così che arrivano già un po’ preparati all’inizio della scuola.

In conclusione è stata senza dubbio un’estate strana in termine di “atmosfera”. Ricordo a chi legge che io non vivo in un posto turistico e ciò che scrivo mi riguarda in prima persona, pertanto non sarà lo stesso per chi vive in altre città. Ho casa in riva al mare,  l’affluenza alla spiaggia e il mare è sotto ai miei occhi costantemente, da qui le considerazioni fatte.

© Riproduzione riservata


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