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Tunisia: Sidi Mehrez, patrono di Tunisi e “Sultano della Medina”

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Tra le personalità più importanti del Medioevo, Sidi Mehrez, il santo uomo come lo chiamano i tunisini, è certamente uno dei più venerati a Tunisi. Da sempre, la sua storia viene tramandata di generazione in generazione da ogni singola famiglia. Abbiamo ancora l’abitudine, ereditata dai nostri antenati, ogni mercoledì, di visitare il mausoleo, portando alla tomba del Santo le candele, che vengono subito accese. I visitatori invocano il santo Sidi Mehrez anche attraverso i canti e la musica sufi hadra. 

Sidi Mahrez (951-1022), considerato il patrono di Tunisi, convinto protettore delle minoranze religiose, è conosciuto con l’appellativo “il sultano della medina”. Il suo nome fu legato alla fondazione del quartiere ebraico della città vecchia di Tunisi, Elhara, che per quasi 10 secoli fu il cuore pulsante della comunità ebraica di Tunisi, la cui localizzazione sarebbe stata scelta gettando un bastone dall’alto della moschea, che oggi porta il suo nome.  

Sidi Mehrez ha sempre voluto che la donna giocasse un ruolo importante nella società tunisina. Secondo lo scrittore tunisino Hédi Maherzi, che si è basato sulla statistica effettuata nell’anno 2004,  quattro visitatori su cinque del suo mausoleo sono donne, contrariamente a ciò che sta accadendo nel mausoleo di sidi Belhassen Echadli. Fino all’anno 1996, entrando dal secondo ingresso del mausoleo, esisteva una stanza piccola, chiamata “stanza dell’henné“: le pareti sono ricoperte da diverse decine di impronte di dita e di mani di giovani ragazze. L’henné è una pianta tintoria per eccellenza: alla vigilia del matrimonio, come da tradizione, la futura sposa viene decorata su mani e piedi con l’henné, che dà un intenso colore tra il marrone e  il rosso,  simbolo dell’amore. Questo rito, usato da donne musulmane ed ebree tunisine, ha anche il senso dell’invocazione: sperare di sposarsi al più presto possibile. Oggi il rito è praticamente scomparso. 

Sidi Mehrez era il protettore delle donne: la sua casa era aperta alle donne separate o ingiustamente ripudiate e che vollero rifugiarsi presso di lui, come protezione contro i soprusi dei mariti. Secondo talune storie tramandate per generazioni, un uomo onesto poteva, in quell’epoca, trovare nella casa di sidi Mehrez una donna onesta che voleva, contrattando un matrimonio legale, preservare la propria dignità. Questo sant’uomo medievale è ancora oggi vivente e scolpito nella memoria del Paese. È diventato un esempio di tolleranza religiosa e apertura culturale per tutti. Tanti tunisini replicano questo detto popolare:  «yehrez Mahrez», che significa: “Se non fosse stato per Mahrez, la situazione sarebbe potuta essere peggiore“. 

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