Usare il corpo per comunicare: anche in Tunisia si parla con le mani
Gemma Baccini illustra la gestualità in Tunisia, molto marcata sia negli uomini che nelle donne. Alcuni gesti sono simili a quelli usati in Italia, ma per altri bisogna stare attenti a non fraintendere...
Nel mondo noi italiani siamo famosi per la nostra capacità di esprimerci efficacemente anche con le mani. In realtà, anche dall’altra parte del Mediterraneo la gestualità ricopre un ruolo comunicativo molto importante ed è molto marcata sia negli uomini che nelle donne, che si esprimono con il corpo e le mani in un modo molto particolare. Per avere un esempio, vi consiglio di dare un’occhiata alla gestualità delle attrici di teatro, delle serie televisive o alla protagonista dei video della serie “Fatma qalbha m3abbi”, “Fatma ne ha abbastanza” del webmagazine Faza, se non avete l’opportunità di parlare con delle tunisine in carne ed ossa.
Forse il gesto tunisino e arabo più famoso è la mano portata al cuore. Questo gesto accompagna di solito la parola 3aychek “grazie” o si fa quando si è presentati a qualcuno, come per dire “è un onore conoscerti” e quindi può accompagnare il netcharrfu “piacere”.
Molti dei gesti usati dai tunisini e dalle tunisine sono simili a quelli usati in Italia, o comunque comunque sono comprensibili per noi, senza sforzo. Per indicare infatti che uno si sta comportando da mahbul “pazzo”, si farà girare l’indice appoggiato alla tempia o lo si appoggerà sotto l’occhio per dire : rodd belek “stai attento”. Un fatto accaduto nel passato verrà accompagnato dall’oscillazione della mano in su e in giù all’altezza della spalla, e per chiamare qualcuno con “vieni!”, si muoverà la mano mezzo tesa dicendo ija.
Invece, alcuni gesti che esistono in Italia possono voler dire altre cose in Tunisia, per cui bisogna fare attenzione a non fraintendere! E’ il caso del gesto italiano che ci ha reso famosi in tutto il mondo, quello della mano a beccuccio. In tunisino questo gesto significa istanna “aspetta!” o osbor “abbi pazienza!” e si può fare anche con due mani.
“Ma che hai?che vuoi?” allora si esprime spesso con ya weldi shbik ? esh thebb? facendo ruotare la mano a mezz’aria.
Se il beccuccio si apre e si chiude non significa avere molta paura, come è il caso per noi, ma indica un posto o un oggetto m3abbi li el-fomm “strapieno” di gente, che a volte si fa con il supporto di entrambe le mani.
Uno dei miei gesti preferiti in assoluto è quello che accompagna la descrizione di una cosa molto pulita, ndhif yesh3al sha3len “ così pulito che brilla” e che si fa con le braccia piegate e le mani a che si aprono e si chiudono veloce all’altezza delle spalle per riprodurre, credo, l’effetto scintilla.
Abbiamo quindi finito il nostro breve excursus sulla gestualità in Tunisia, cosa che ovviamente possiamo anche dire strofinandoci le mani e battendole tra loro. L’espressione che sentite nel video successivo è wfe koll shey che significa “è tutto finito” ma va bene usarlo con tutte quelle espressioni che indicano appunto la fine.
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