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Tunisia: espulsioni e respingimenti per preservare la “Fortezza Europa”

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Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES) ha pubblicato un comunicato in cui condanna la politica dell’Unione europea (UE) nei confronti dei migranti, sostenendo che le espulsioni ai confini e i respingimenti in mare siano effettuati per “preservare la fortezza europea”. Come riporta Kapitalis, che ha tradotto il comunicato stampa dall’arabo, ”L’UE continua a intervenire in varie forme in Tunisia per servire i propri interessi al fine di proteggere i propri confini e contrastare la libera circolazione, attraverso numerosi programmi difficili da tracciare“, scrive l’ONG, facendo riferimento alla recente inaugurazione del Centro comune per la formazione alla gestione integrata delle frontiere a Nefta, finanziato da Austria e Danimarca, e di un centro simile a Oued Zerga finanziato dalla Germania.

L’Europa persiste nel sostenere accordi, programmi e progetti che promuovono i propri interessi e le proprie priorità e impediscono qualsiasi flusso verso il suo suolo. Una politica che porta i migranti a stabilirsi in Paesi non europei“, sottolinea l’ONG. E aggiunge: “È questo ciò che le politiche europee sono riuscite a imporre alla Tunisia, che sta vivendo un nuovo episodio di gestione securitaria repressiva di una crisi provocata da queste inumane politiche migratorie dell’Unione europea con l’approvazione dello Stato“.

Il FTDES menziona il trattamento riservato ai migranti di Sfax, respinti verso gli uliveti dei comuni circostanti la città, in condizioni difficili e senza aiuti umanitari. Inoltre, sottolinea che dopo gli eventi di El-Amra (nella regione di Sfax), in cui guardie nazionali sono state aggredite e gravemente ferite da migranti, i servizi di sicurezza tunisini hanno condotto campagne di espulsione collettiva dei migranti verso i confini libici, anziché collocarli in luoghi sicuri e fornire loro assistenza umanitaria. Il comunicato sottolinea anche che ciò si aggiunge all’espulsione sistematica di tutti i migranti intercettati in mare.

Tutte queste pratiche rafforzano le politiche dell’Unione europea volte a allontanare i migranti dal suo territorio utilizzando stati stranieri per attuare questa politica. Un approccio che porta a una difficile situazione umana nei paesi del sud del Mediterraneo“, afferma l’ONG. 

Articolo tradotto e redatto utilizzando anche Chat GPT

© Riproduzione riservata 


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