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L’associazione tunisina per il diritto costituzionale: la bozza della Costituzione, un passo indietro

Il 4 luglio si è tenuto, presso la Facoltà di Scienze Giuridiche, Politiche e Sociali di Tunisi, un incontro organizzato dall'Associazione tunisina per il diritto costituzionale attorno al progetto della Costituzione proposta da Kais Saied.

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Il 4 luglio si è tenuto, presso la Facoltà di Scienze Giuridiche, Politiche e Sociali di Tunisi, un incontro organizzato dall’Associazione tunisina per il diritto costituzionale (ATDC) attorno al progetto della Costituzione proposta da Kais Saied. L’incontro, dal titolo “Lettura del progetto della Costituzione oggetto del referendum del 25 luglio 2022” è durato molte ore. La nuova Costituzione proposta da Kais Saied si compone di un preambolo e 142 articoli suddivisi in 10 capitoli. L’incontro aveva lo scopo principale di fare alcune osservazioni sul testo costituzionale, mediante una lettura critica.

L’ATDC è dal 25 luglio 2021 che segue da vicino la situazione giuridico – istituzionale provocata dallo stato di eccezione. In un primo comunicato, ha chiesto al Presidente della Repubblica di “restaurare la legalità costituzionale nel più breve tempo possibile”; in un secondo comunicato, “nonostante tutte le riserve espresse per la decisione di redigere una nuova Costituzione”, annunciava l’intenzione di dare il via a una tavola rotonda appena la bozza della Costituzione sarebbe stata presentata alla cittadinanza, “come abbiamo fatto in seguito alla pubblicazione delle bozze della Costituzione del 2014”, per una “lettura critica di un testo così importante per la Tunisia”.

Slim Laghmani, docente di Diritto pubblico presso la Facoltà di Scienze Giuridiche, Politiche e Sociali di Tunisi, ha presentato un rapporto introduttivo, affermando che l‘articolo 5 della bozza della nuova Costituzione, pubblicata dal capo dello Stato, Kaïs Saïed e sottoposta a referendum, può fondare uno Stato religioso. Poi ha aggiunto: “C’è un’enorme differenza tra uno Stato religioso e la religione ufficiale di uno Stato. Diversi Stati democratici hanno una religione ufficiale. Una Costituzione è un testo che contiene una visione dello Stato: la sua identità, le sue scelte strategiche, che stabilisce un sistema politico e garantisce la libertà e i diritti”.

Articolo 5

La Tunisia fa parte della nazione (Umma) islamica, solo lo stato deve provvedere alla realizzazione degli obiettivi dell’Islam puro, nel preservare la vita umana, la dignità, il patrimonio, la religione e la libertà.

Nel campo dei diritti umani, Salwa Hamrouni, docente di Diritto costituzionale all’Università di Carthage, ritiene che “la questione della garanzia dei diritti umani sia intimamente legata al sistema politico”. Tuttavia, se nella versione della Costituzione, che sarà sottoposta al referendum, molti diritti sono stati conservati, il problema sta nella mancanza di garanzie. “Abbiamo infatti abbandonato quanto affermato nell’articolo 49 della vecchia Costituzione, relativo al principio di proporzionalità, con l’evidente scopo di restringere le libertà.”

Articolo 49

La legge fissa le modalità relative ai diritti e alle libertà, che sono garantite in questa Costituzione, così come le condizioni per il loro esercizio, senza snaturare la loro essenza. Questi mezzi di controllo sono messi in atto solo in caso di necessità di uno Stato civile e democratico e per proteggere i diritti di terzi o per ragioni di sicurezza pubblica, di difesa nazionale, di salute pubblica o di morale pubblica e con il rispetto della proporzionalità e della necessità di questi stessi controlli. Le istanze giudiziarie vegliano alla protezione dei diritti e delle libertà di qualsiasi violazione. Non è possibile che un amendamento tocchi gli obiettivi raggiunti in materia dei Diritti dell’uomo e di libertà garantite in questa Costituzione.

Per quanto riguarda l’articolo 5, la militante e professoressa di Diritto, Sana Ben Achour ha affermato che i “Makassed dell’Islàm” (gli obiettivi dell’Islam) non è concetto scientifico, dunque non esiste, ma si tratta di “Makassed Chariaa”. I makassed dell’Islàm o makassed Chariaa sono stati costituzionalizzati in questo nuovo progetto”. Il professore di Diritto costituzionale Moataz Gargouri (Università di Sfax) ha dichiarato che l’articolo 133 della ha emarginato l’ente locale, concedendogli un solo articolo, e ha aggiunto che è stata ripetuta l’esperienza del 1959: “il Presidente ha emarginato il sistema amministrativo decentralizzato.

Articolo 133

I consigli municipali, i consigli regionali, i consigli provinciali e le strutture conferite dalla legge in quanto collettività devono esercitare l’identità e gli interessi locali regolamentati dalla legge.

Al dibattito hanno partecipato altri specialisti e professori di diritto: Monia Kari , Faten Mbarki, Hana Ben Abdallah, Lamia Neji , Mouna Tabei , Rachida Jelassi , Asma Ghachem, Ben Moussa Ikbal, Kawther Dabbech. Tutti i partecipanti hanno espresso preoccupazione: a loro avviso la bozza della nuova Costituzione rappresenterebbe un passo indietro.

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