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Memoria Mediterranea: un progetto per ritrovare i dispersi in mare

Identificare le persone disperse o morte nel Mediterraneo: è l'obiettivo che si pome il progetto Mem. Med – Memoria Mediterranea, nato da una rete di associazioni della società civile. Che vogliono stare accanto a queste famiglie, con un supporto legale e psicologico gratuito.

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Facilitare la ricerca e l’identificazione delle persone disperse o morte nel Mediterraneo: è l’obiettivo del progetto Mem. Med – Memoria Mediterranea, frutto di un lavoro coordinato e partecipato di Borderline Sicilia, CarovaneMigranti, CLEDU, LasciateCIEntrare, Rete Antirazzista Catanese, Watch the Med-AlarmPhone. “Si tratta di un progetto che già portavamo avanti informalmente da un anno – spiega Silvia Di Meo, antropologa e coordinatrice di Mem. Med –, e che ora ha preso formalmente vita. Siamo una rete di operatori socio – legali, avvocati, mediatori e psicologi, professionisti che, in modo gratuito, mettiamo a disposizione le nostre competenze per aiutare le famiglie dei dispersi in mare, accompagnandoli nel percorso della segnalazione della scomparsa e nell’eventuale identificazione dei cadaveri e del successivo rimpatrio della salma, mettendo a loro disposizione anche un supporto psicologico per l’elaborazione di questa perdita”. E sottolinea: “La prima cosa, molto importante, che i famigliari di uno scomparso devono fare, è compilare il nostro questionario: è lo strumento che ci permette di raccogliere il maggior numero di notizie su questa persona e di fare un primo controllo, per capire se ha raggiunto le coste italiane o meno”.

Quale iter seguire per denunciare la scomparsa di un famigliare?

Il familiare che chiede supporto a MemMed deve essere il padre, la madre, il marito, la moglie, il fratello, la sorella, il figlio o la figlia di una persona migrante dispersa nel Mediterraneo. Ma qual è l’iter da seguire per denunciare una scomparsa? Per prima cosa, compilare il prima possibile il questionario: alcune informazioni o contatti sono più difficili da trovare col passare del tempo. Nella compilazione del questionario è necessario: fornire la descrizione fisica ed i segni particolari della persona dispersa; allegare la foto di quest’ultima, copie dei certificati medici, dei documenti di identità (carta di identità, passaporto) e di altri documenti con cui dimostrare il legame di parentela (atto di nascita, stato di famiglia, certificato di residenza); fornire indicazioni sui compagni del viaggio in mare e infine raccogliere ulteriori informazioni sul viaggio contattando le famiglie degli altri passeggeridell’imbarcazione. Il questionario e gli allegati vanno inviati a: info.mem.med@gmail.com. A questo punto un operatore di MemMed verifica le informazioni fornite e si mette in contatto con il familiare per aiutarlo a completare alcune pratiche utili alla ricerca: la denuncia di scomparsa, la raccolta di un campione di DNA, le interviste con il medico legale. È prevista l’assistenza di un avvocato che provvede a prendere in carico il caso del familiare disperso e ad avviare le procedure necessarie presso le autorità italiane competenti.

Le procedure di ricerca non sono facili, né immediate, ma spesso lunghe, con tempistiche variabili, non prevedibili in anticipo e dipendenti da diversi fattori, come l’accessibilità ad atti e informazioni presso le autorità competenti, soprattutto se il naufragio è risalente nel tempo. Inoltre non è sempre possibile riuscire a rintracciare la persona scomparsa o il suo corpo in caso di decesso. Ma il familiare della persona scomparsa sarà costantemente tenuto al corrente degli avanzamenti della ricerca, attraverso l’ausilio di mediatori culturali ed interpreti. Tutti i membri della famiglia della persona dispersa potranno beneficiare di un sostegno psicologico prima, dopo e durante le procedure di ricerca e identificazione.

L’emergenza nel Mediterraneo non sono gli arrivi, ma i morti in mare

Si legge sulla pagina facebook del progetto: “Negli ultimi giorni, la cronaca del Mar Mediterraneo continua a registrare un elevato numero di approdi e anche di non arrivi. Nelle ultime settimane, sono dodici i corpi senza vita che hanno raggiunto Lampedusa, otto adulti e quattro bambini. Il condizionale, invece, va usato per le persone disperse. Persone di varia origine che erano partite dalla città tunisina di Sfax. Per cinque di questi corpi senza vita, le operazioni di trasporto e tumulazione sono già cominciate. Oggi è stato individuato il cimitero di Palma di Montechiaro come luogo del loro seppellimento. Ma dietro a questi dodici corpi esanimi ci sono famiglie, amici ed amiche, figli e figlie, sorelle e fratelli che non hanno ancora trovato pace perché ignorano dove sia il loro familiare, se è disperso, ancora in vita o deceduto. Dietro a questi corpi ci sono persone in vita che li reclamano e che dai luoghi di partenza, da Sfax e dalla Tunisia, chiedono notizie dei loro cari Per questo Mem.Med si pone l’obiettivo di supportare e facilitare le procedure di identificazione e riconoscimento delle salme, garantendo un supporto psico-sociale alle famiglie delle vittime che sono in attesa di avere risposte. Lo dobbiamo ad ognuna di queste vittime ancora senza nome: l’emergenza nel Mediterraneo non sono gli arrivi, ma le morti in mare per mano della frontiera”.

Il cimitero "Giardini d'Africa" a Zarzis, durante la sua costruzione. Qui alcune tombe di migranti sconosciuti. Ottobre 2019, photo credits Giada Frana

Tre gli obiettivi principali del progetto

Tre i principali ambiti operativi attorno ai quali si articola Mem. Med: in primo luogo, l’accompagnamento delle famiglie nei percorsi di ricerca e identificazione delle persone disperse nel Mediterraneo; in secondo luogo l’offerta di supporto e consulenza legale alle famiglie che ricercano i propri cari; infine l’offerta di supporto psicologico alle famiglie durante i percorsi di ricerca dei loro cari dispersi. Vi è anche l’attività di attivismo e di sensibilizzazione della società civile e degli attori istituzionali orientati alla ricerca della verità.

Mem.Med è un progetto aperto alle adesioni ed al sostegno di tutte le associazioni, organizzazioni e realtà solidali: “Ci auguriamo di poter collaborare attivamente con quante più realtà impegnate nella ricerca delle persone disperse, nella documentazione della violenza di confine, nelle pratiche di archiviazione finalizzate alla costruzione di memoria collettiva, nell’organizzazione di azioni di sensibilizzazione e denuncia sulle due sponde del Mediterraneo, nell’ottica di contribuire a rispondere dignitosamente alle domande, inevase, di verità e giustizia”.

Per informazioni: info.mem.med@gmail.com.

Il documento di presentazione di Mem. Med. in più lingue: MemMed informativa, information sheet, fiche d’information

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