Tunisia, 200 giorni dopo l’articolo 80 : concentrazione dei poteri e derive securitarie
L'alleanza per la sicurezza e le libertà pubblica un nuovo rapporto, di circa venti pagine, a 200 giorni dopo il colpo di mano del presidente Kais Saied del 25 luglio 2021. Attraverso un'analisi quantitativa e qualitativa, il rapporto presenta una visione globale e concreta degli eventi dal 25 luglio, concentrandosi in particolar modo sul periodo dal 3 novembre 2021 al 6 febbraio 2022. Prima parte
L’alleanza per la sicurezza e le libertà pubblica un nuovo rapporto, di circa venti pagine, a 200 giorni dopo il colpo di mano del presidente Kais Saied del 25 luglio 2021. Attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa, il rapporto presenta una visione globale e concreta degli eventi dal 25 luglio, concentrandosi in particolar modo sul periodo dal 3 novembre 2021 al 6 febbraio 2022. Vi riportiamo, tradotti dal francese, i concetti principali tratti da questo rapporto.
« Le ipotesi sollevate nei due precedenti rapporti – si legge -, redatti rispettivamente 50 e 100 giorni dopo l’inizio dello Stato d’eccezione, ossia di una «’rottura nella continuità’, di una ‘erosione dello stato di diritto’ e di una ‘minaccia delle libertà’ si confermano ogni giorno sempre di più ». Si parla di un « carattere autoritario della pratica del potere » instaurata dal Presidente e di « unilateralismo nelle prese di decisione » e si ricordano le decisioni finora prese, tra cui lo scioglimento del Consiglio Superiore della Magistratura ; l’istituzione di una consultazione nazionale on line, terminata il 20 marzo ; un referendum nazionale previsto per il 25 luglio 2022 ; elezioni legislative per il 17 dicembre 2022. Si dovrà dunque aspettare il 2023 per vedere il Parlamento di nuovo attivo.
«Che ne è del valore democratico di una consultazione nazionale dove pochi cittadini vi hanno preso parte ? Chi sarà incaricato di riassumere le conclusioni della consultazione e chi redigerà la nuova Costituzione ? Il referendum di luglio non sarà piuttosto, come già successo, il plebiscito di un Presidente che cerca di consolidare la sua legittimità ? ». Dall’altro lato, l’Alleanza sottolinea come la società civile sia stata presa di mira, tra processi militari, un nuovo decreto per controllare le ong, una maggiore repressione delle manifestazioni, minacce e attacchi verso gli attori della società civile e i giornalisti.
200 giorni dopo, in cifre
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260 decreti pubblicati sul Jort, il Giornale ufficiale della Repubblica Tunisina
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almeno 128 misure giudiziarie ed amministrative contro personalità pubbliche o alti funzionari, tra cui 12 processi portati al Tribunale militare
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56 divieti di espatrio
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50 arresti/condanne
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3 arresti in detenzione preventiva
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6 inchieste aperte
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15 assegnazioni ai domiciliari
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3 in stato di fermo
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5 mandati di accompagnamento
Il piano politico e instituzionale a 200 giorni
Programma e riforme annunciate
In un discorso condiviso sulla pagina ufficiale della Presidenza della Repubblica il 13 dicembre 2021, il Presidente Kais Saied ha annunciato il suo programma, annuncio venuto a seguito di numerosi appelli di attori civili e politici che chiedevano la definizione delle tappe previste per un ritorno alla normalità.
Le scadenze annunciate sono le seguenti :
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dal 1 gennaio al 20 marzo 2022 : lancio di una consultazione nazionale popolare attraverso una piattaforma on line e consultazioni dirette in ogni delegazione ;
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dal 20 marzo : una commissione verrà incaricata di esaminare le proposte risultanti dalle consultazioni dirette ;
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fine giugno 2022 : fine dei lavori della commissione incaricata di studiare le proposte risultanti dalle consultazioni dirette e on line ;
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25 luglio 2022 : dopo l’esame di una commissione, i progetti di riforma costituzionale saranno sottoposti a un Referendum ;
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17 dicembre 2022 : organizzazione delle elezioni legislative anticipate conformamente alla nuova legge elettorale. Fino a questa data, il Parlamento rimarrà congelato e tutte le decisioni principali si basano sui decreti presidenziali
« Questi termini sono stati definiti in maniera unilaterale da parte del Presidente della Repubblica e avranno indubbiamente delle conseguenze sostanziali, al di là dello stato di eccezione. L’assenza di un dialogo con altri attori civili e politici, la mancanza di trasparenza sui dettagli rappresentano le lacune maggiori di questa procedura », indice che questo programma « servirà di fatto a legittimare un progetto predefinito dal Presidente della Repubblica ».
La consultazione nazionale
La consultazione nazionale è stata lanciata dal 15 gennaio 2022 fino al 20 marzo 2022 sul sito e-istichara.tn, dove i tunisini dai 16 anni in poi potevano dare la propria opinione rispondendo a 30 domande, raggruppate in sei temi : la politica e le elezioni, l’economia, la qualità della vita, lo sviluppo sostenibile, gli affari sociali, l’educazione e la cultura. Ogni tema prevedeva anche uno spazio per esprimere liberamente la propria opinione. « Da sottolineare che nessuna domanda è stata chiesta su un’eventuale riforma del settore securitario, né quanto sentito dai tunisini in termini di sicurezza. La scelta di questo formato, rinvia piuttosto a un sondaggio, con delle domande vaghe ».
Una consultazione che ha sollevato diversi dubbi : « Quale logica nei temi scelti e nella formulazione delle domande, sapendo che le risposte dovranno formare poi un referendum sulle riforme politiche e giuridiche ? » E ancora : « Non disponiamo di informazioni su come saranno utilizzati i risultati di questa consultazione ; inoltre la piattaforma solleva delle domande per quanto riguarda la protezione dei dati personali e l’accessibilità » (per parteciparci bisogna inserire il numero della propria carta d’identità). Senza contare l’accessibilità e la connessione a internet : secondo L’Ins, l’Istituto Nazionale della Statistica, solo il 45% delle famiglie in Tunisia aveva accesso a internet nel 2017 ; la Banca Mondiale afferma che nel 2019 gli utilizzatori di internet rappresentano il 66,7% della popolazione. « La possibilità accordata ai cittadini di potervi partecipare recandosi alla Casa del giovane nelle loro località è stata pensata per questo motivo, ma pone comunque il problema dell’accessibilità alla piattaforma e di conseguenza la rappresentatività dei risultati ». Al 20 marzo, le persone che vi hanno preso parte sono state 534 mila 915, tra cui 366 mila 210 uomini e 168 mila 705 donne ; la fascia d’età più partecipativa è quella tra i 30 e i 39 anni (25,6%), seguita da 40 – 49 anni (22,7%) ; la regione con la partecipazione maggiore Tunisi (54 mila 124 persone), mentre il Paese estero la Francia, con 3,340 partecipanti, l’Italia si piazza al quarto posto con 423 partecipanti (su 200 mila italo tunisini).
Il referendum
Diverse le inquietudini che solleva il Referendum, secondo L’Alleanza : « Come saranno utilizzati i risultati ottenuti attraverso la consultazione ? I tunisini voteranno per una nuova Costituzione nella sua integralità o solo per qualche emendamento ? Cosa succederà se i tunisini voteranno contro il testo proposto ? ». Inoltre resta ancora sconosciuta la composizione della commissione presidenziale che sarà incaricata di elaborare le riforme, così come i criteri di selezione degli stessi membri che la comporranno.
Sul piano organizzativo, si sospetta che l’Isie, l’Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni potrà essere scartata dall’organizzazione : a metà dicembre aveva affermato di non essere stata consultata in merito alle scadenze previste nel programma di Saied. « D’altro canto, il vice presidente dell’Isie Farouk Bouasker ha precisato che la legge elettorale in vigore stipula che siano i partiti rappresentati al Parlamento che partecipano al Referendum e che quindi si debba modificare questo punto. Ha anche sottolineato che per rispettare la legge ed organizzare il referendum alla data prevista, bisogna promulgare l’invito agli elettori così come il testo del referendum al massimo entro il 25 maggio prossimo ».
Altri progetti
Oltre alle diverse tappe esposte precedentemente, altri annunci sono stati formulati dalla presidenza e dal governo Bouden, relativi alla prossima promulgazione di un numero di leggi ritenute preoccupanti dalla società civile.
Progetto di legge di riconciliazione penale
Questo progetto permetterà di accordare un’amnistia unilaterale a coloro che sono coinvolti nella riconciliazione finanziaria e aventi un dossier giudiziario in esame, a condizione di rimborsare o di investire la somma coinvolta nella controversia per lo sviluppo regionale, seguendo una scala di priorità delle regioni in funzione del loro tasso di povertà. Il CSM, Consiglio Superiore della Magistratura, ha espresso le sue riserve al riguardo : « Il decreto legge si pone l’obiettivo di creare un polo giudiziario per la riconciliazione all’interno della Corte d’apopello, una misura dal CSM considerata come una riforma strutturale maggiore dell’organizzazione del sistema giudiziario e quindi in conflitto con la legge organica del CSM, e inaccettabile per decreto. In secondo luogo, il CSM ha ricordato l’esistenza della legge 53 – 2013 in vigore riguardante la giustizia transizionale ». Resistenze che, secondo alcuni osservatori, « avrebbero accelerato la sua dissoluzione da parte del Presidente della Repubblica ». Secondo l’Alleanza, « questo progetto di legge mette in pericolo l’integralità del processo di giustizia transizionale e rompe con i meccanismi di rivelazione della verità e della responsabilità giudiziaria. Parallelamente, sotto pretesto della riconciliazione, questo progetto sembra cercare di instaurare i fondamenti sociali e finanziari del progetto politico del presidente che è la piramide inversa ».
Progetto di realizzazione di una carta d’identità nazionale e un passaporto biometrico
Si tratta di un progetto di legge presentato al Parlamento nel 2016, ritirato e poi rideposto nel 2020. Un comunicato del Ministero dell’Interno, pubblicato il 17 gennaio 2022, afferma la volontà del governo di rendere effettivi questi nuovi documenti di identità. D’altro canto, durante una conferenza stampa tenutasi il 28 gennaio 2022 in occasione della Giornata internazionale della protezione dei dati personali Chawki Geddes, presidente dell’Istanza Nazionale della Protezione dei Dati Personali, ha affermato che la versione del progetto in corso d’esame è ancora quella del 2016. « Nel 2016 la società civile si era allora opposta per mancanza di garanzie in materia di rispetto dei diritti fondamentali dei tunisini. Questo progetto solleva numerose preoccupazioni inerenti il rispetto dei dati personali e della vita privata dei cittadini tunisini, a maggior ragione in un contesto di stato di eccezione e senza garanzie di protezione. Una problematica ancora denunciata dalla società civile ». Inoltre « l’ipotesi di un uso di questi dati per sorveglianza è stato sollevata ».
Progetto di decreto legge relativo allo status delle associazioni
Infine, il decreto legge n° 88 – 2011 riguardante l’organizzazione delle associazioni sarebbe nel mirino del governo Bouden. « Questa bozza presente delle nuove disposizioni particolarmente preoccupanti , che restringono fortemente la libertà d’associazione ». Ne avevamo parlato in questo articolo. « L‘arretramento messo in atto da questo decreto legge nella sua versione rivista è una minaccia reale e grave per la libertà di associazione e per la società civile in Tunisia, nota per il suo dinamismo e per il suo ruolo centrale nella promozione dei diritti e delle libertà durante questo decennio ».
La seconda parte del rapporto verrà pubblicata settimana prossima.
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