Tunisia: In’ shallah ed altre espressioni religiose: quando e come usarle
I Tunisini usano moltissime espressioni in cui si invoca “l’intervento” divino. Molti di voi avranno sentito ya3tik essa77a, che viene usata come il nostro grazie o bravo/a ma letteralmente significa “che (Dio) ti dia la salute”. Il senso letterale di questi modo di dire tende a passare in secondo piano visto che il contesto, in italiano, spesso non prevede alcuna invocazione alla divinità. Un altro esempio molto conosciuto è y3aychek/3aychek che corrisponde al nostro “grazie“, ma letteralmente significa “che Dio ti mantenga in vita“. Troviamo sempre verbi alla terza persona maschile singolare e il nome di Allah, che può essere anche omesso o sostituito da rabbi che corrisponde a “Signore”. Conoscere alcune di queste espressioni serve non solo per districarsi nella vita di tutti i giorni, ma vi può servire per mostrare cortesia e educazione verso il vostro interlocutore, anche se non siete religiosi. A voi la scelta!
Come congratularsi per un matrimonio?
Vediamo insieme alcune situazioni in cui queste espressioni ci torneranno utili. Una delle esperienze da fare in Tunisia è sicuramente partecipare a un 3ers “matrimonio”. Cosa dire ai novelli sposi, a parte il solito Mabrouk, “congratulazioni”? Una frase utile è Inchallah rabbi yhannikom o ifarra7kom “ che il Signore vi renda felici”. Questa espressione va bene anche per felicitarsi di un “fidanzamento”, 5otba. La persona non sposata, spesso donna, può sentirsi rispondere el3aqba lik che possiamo tradurre “speriamo che la prossima volta tocchi a te”. Infatti in Tunisia infatti il matrimonio ha un valore sociale ancora molto positivo. Se non siete fan del matrimonio, non prendetevela, è inteso come un augurio. Un’altra espressione dello stesso stile è Inchallah nefra7u bik “ speriamo di festeggiarti” dove elfar7a “la felicità” in questione è il matrimonio, anche detto elfar7a lkbira “la grande felicità”.
Come congratularsi per la nascita di un figlio?
Per l’arrivo di un figlio si fanno gli auguri dicendo ytrabba fi 3izzek “ che cresca nel tuo amore”, tetrabba se è una bambina, oppure rabbi yafadhdhelhulek\helek “ che il Signore te lo preservi”. E buona educazione usare questa espressione anche quando si parla di genitori, specialmente se anziani. In Tunisia il Bac, ovvero l’esame di maturità, è molto importante. Per una circostanza come questa o per una prova lavorativa o di altro tipo si può usare la frase rabbi ynajj7ek “che Dio ti faccia avere successo” oppure rabbi ysahhal(ek) “ che Dio ti faciliti”. La mia preferita è però rabbi y7ellha fi wejhek “che Dio te la apra sul viso” nel senso di “ti spalanchi tutte le porte”.
Lutto: come fare le condoglianze?
Abbiamo visto in questo articolo come comportarsi in caso di morte di una persona conosciuta. La frase più semplice da usare in questo caso è Allah yer7amu ovvero “che Dio lo/la benedica”, mentre esistono espressioni più complicate con lessico coranico o comunque dell’arabo standard che servono ad augurare che il defunto vada in paradiso. Per rivolgersi alla famiglia si dice rabbi isabbarkom “che Dio vi renda pazienti” oppure elbarka fikom “ la benedizone su di voi”. Per un malato invece augureremo una pronta guarigione con rabbi yechfih\ha “che Dio lo\la guarisca” o semplicemente Inchallah labess “speriamo stia bene”.
Maledizioni in tunisino: quelle più comuni
Anche i tunisini, come ovunque nel mondo, non si fanno mancare un ricco e colorito repertorio di maledizioni. Tra le più famose c’è sicuramente la3nat Allah 3alik “che la maledizione di Dio sia su di te”, che però può essere anche usata a mo’ di scherzo se c’è molta confidenza tra le due persone. Invece meglio evitare di usare yel3an din waldik “che Dio maledica la religione dei tuoi genitori” che è considerata un grave insulto!
Altre espressioni utili
Infine ricordiamo le espressioni Rabbi y3awnek “ che il Signore ti aiuti” e rabbi y3inek che si possono usare quando qualcuno ci dice di aver trovato un nuovo lavoro, di dover fare qualcosa di importante o vive una situazione difficile. E molto educato dirle anche a gente che sta lavorando, per esempio quando si scende da un taxi e si saluta o si compra qualcosa dall’3attar.
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