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Tunisia, per uscire dal Paese con minori chiesta nuovamente l’autorizzazione del padre, nonostante la legge sia cambiata da novembre 2015

Un abuso di potere giustificato dallo stato di emergenza. Diverse donne raccontano la propria esperienza a L'altra Tunisia

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23 Novembre 2015 : nel giornale ufficiale della Repubblica tunisina viene pubblicata la legge n° 2015 – 46, che modifica e va a completare la legge n° 75 – 40 del 14 maggio 1975, relativa al passaporto e ai documenti di viaggio. Grazie a questa legge, una madre di un minorenne tunisino, per uscire dal Paese non ha più bisogno dell’autorizzazione scritta del padre del minore (salvo casi di controversie tra i genitori, in cui è il presidente del Tribunale di prima istanza a decidere per il bene del minore stesso). Un passo in avanti verso la parità di diritti uomini – donne : ai padri infatti questa autorizzazione non veniva richiesta, segnando di fatto una diseguaglianza.

Eppure, a distanza di sei anni dall’entrata in vigore di questa legge, in Tunisia continuano gli abusi di potere da parte delle forze dell’ordine. Un abuso di potere giustificato dallo stato di emergenza attualmente in vigore nel Paese nordafricano. A denunciare episodi in cui viene ancora richiesta l’autorizzazione del padre del minore, sono diverse donne straniere, sposate con cittadini tunisini, a cui recentemente è stata nuovamente richiesta l’autorizzazione per poter uscire dalla Tunisia con i propri figli.

Gli episodi risalgono a dicembre 2021. Kyra, in partenza per l’Italia, all’aeroporto si è vista chiedere l’autorizzazione del padre per uscire con la figlia, svizzero – tunisina. «Da dicembre 2015 ad oggi, l’autorizzazione, al contrario di altre donne a cui era stata chiesta anche negli anni passati, non mi era mai stata richiesta ». Nonostante avesse con sé la nuova legge (che vi riportiamo in fondo all’articolo), il poliziotto l’ha chiesta ugualmente. Lei ha dovuto chiamare il marito, che è entrato e ha scritto al momento l’autotrizzazione, per la quale i funzionari stavano chiedendo 20 dinari, soldi che non sono stati dati, quando in precedenza, per questa stessa autorizzazione, in comune si pagava semplicemente una marca da bollo di 500 centesimi di dinaro. Per poi cercare di scusarsi dicendo che « le straniere sono sempre le benvenute ».

Anche Emanuela, partita anche lei con l’aereo a dicembre 2021, si è vista chiedere nuovamente l’autorizzazione in fase di controllo passaporto. Rispetto a tre anni fa, quando non l’aveva con sé, questa volta l’aveva fatta preparare dal marito per evitare problemi : « Quando me l’hanno chiesta, ho detto di averla, ma fatto presente che con la nuova legge non fosse più necessaria. Si è messo a ridere di fronte a me, non dicendo nulla al riguardo ».

Lo stesso è accaduto a Carla, partita a dicembre 2021 dal porto della Goulette, cittadina italo – tunisina : le è stata richiesta e a niente è prevalso l’aver ribadito che l’autorizzazione non fosse più necessaria.

Un atteggiamento non nuovo . Riferisce Veronica : « Anche a me a settembre 2021 hanno chiesto l’autorizzazione di mio marito per lasciare la Tunisia con nostro figlio di cinque mesi. Risiediamo in Germania, siamo partiti tutti e tre da lì per recarci a Tunisi, ma poi sono ripartita io con il bimbo per l’Italia, mentre mio marito è rimasto a Tunisi per motivi famigliari. Alla dogana mi hanno fermata e mi hanno chiesto l’autorizzazione, documento che non avevo : mio figlio sul passaporto ha entrambi i nomi dei genitori, mio marito ha già dato quindi il consenso firmando di persona al consolato italiano in Germania. A nulla sono servite le spiegazioni, hanno voluto che lo chiamassi al telefono per confermare ».

Continua Simonetta : « Agosto 2021, mi fermano e mi chiedonol’autorizzazione. Non ho nessun documento aggiuntivo : vista l’ora mi viene subito in mente di chiamare mio marito che, tranquillo come me, si è già messo in viaggio per Bizerte. Arriva un altro poliziotto, più gentile ed è lui per fortuna a parlare al telefono. A mio marito viene chiesto di fermarsi e di dare i dati della sua carta d’identità. Il poliziotto gentile firma e riconsegna i documenti a quello più burbero, che mette il timbro e mi fa passare. Arrivo all’imbarco con 15 minuti di ritardo : aspettavano me e la bimba per partire. Per non rischiare di trovare ancora una volta qualcuno che fa abuso di potere, la prossima volta andrò con mio marito in comune prima della partenza per fare l’autorizzazione ».

Storie di abusi di potere, sotto i quali si nasconde un certo maschilismo, che non è più possibile tollerare. Anche negli anni passati sono successi episodi simili, in cui alcune persone presenti alla dogana, di fronte alle donne straniere che mostravano loro la legge, sottolineavano il fatto che per le straniere non fosse valida. Eppure il testo di legge lo dice chiaramente : si parla di « uno dei due genitori » senza riferimento alla nazionalità. Capiamo il fare redigere l’autorizzazione per evitare problemi, ma è importante fare valere i propri diritti e fare rispettare le leggi esistenti, e soprattutto non cedere alle richieste di denaro, magari presi dal panico, per evitare oltre al danno, la beffa. Altrimenti non cambierà mai nulla e non si andrà da nessuna parte.

Qui la la legge n° 2015 – 46, che modifica e va a completare la legge n° 75 – 40 del 14 maggio 1975, relativa al passaporto e ai documenti di viaggio.

Qui un articolo pubblicato a dicembre 2015 su Kapitalis in cui si parla del fatto che le madri possano viaggiare con i figli senza l’autorizzazione del padre.

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