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Sei associazioni locali aderiscono alla campagna « Ila mata ? » per lottare contro la violenza istituzionale e l’impunità di stato

Nei mesi scorsi, in occasione del decimo anniversario della Rivoluzione tunisina, l'OMCT denuncia arresti arbitrari e l'uso della violenza nei confronti dei manifestanti.

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COMUNICATO STAMPA – Tunisi, 4 giugno 2021

Nell’ambito della campagna « Ila mata ? » (« Fino a quando ? »), organizzata dall’OMCT, l’Organizzazione Mondiale Contro la Tortura, per rompere con l’impunità della tortura e rispondere all’imperante bisogno di giustizia, tema importante per la giovane democrazia tunisina, si sostengono sei progetti associativi nelle regioni interne e quartieri svantaggiati. Queste regioni sono spesso caratterizzate da tensioni tra forze dell’ordine e cittadini, accompagnate da attacchi ai diritti fondamentali di questi ultimi, alimentando in questo modo il ciclo di violenze.

Nonostante l’utilizzo della tortura sia meno sistematico rispetto al pre Rivoluzione, continua ad essere impiegata frequentemente, soprattutto a scopi punitivi, nei confronti di vittime aventi profili diversi.

« I procedimenti giudiziari dei crimini di tortura e di maltrattamenti sono spesso caratterizzati da un’estrema lentezza e una mancanza di diligenza da parte dei magistrati, malgrado il fatto che si tratti di violazioni gravi dei diritti umani, che dovrebbero essere oggetto di inchieste e di procedimenti giudiziari seri, imparziali e tempestivi » sottolinea Mokhtar Trifi, vice presidente dell’OMCT.

La procedura verso la sanzione e il risarcimento del crimine della tortura è disseminata di ostacoli spesso insormontabili.

Inoltre, il discorso ufficiale attorno al divieto assoluto della tortura, così come il bisogno di rivedere la politica penale generale, resta timido e ambiguo. I rappresentanti dello Stato tendono nei loro discorsi a relativizzare il fenomeno della tortura  parlando di « casi isolati » e « abusi individuali ». Un atteggiamento che non fa che favorire la persistenza di queste pratiche e rinforzare il « meccanismo istituzionale » dell’impunità. Un esempio lampante di queste conseguenze deleterie si trova nella recente risposta repressiva ai movimenti di protesta organizzati in occasione del decimo anniversario della Rivoluzione tunisina, denunciando la marginalizzazione economica e politica e le violenze poliziesche e l’impunità vigente in Tunisia. La repressione si è tradotta in arresti arbitrari e atti di violenza, in particolare nei confronti delle persone LGBTQ+.

Dal lancio della campagna « Ila Mata ? » (« Fino a quando ? »), a gennaio 2021, all’occasione del decimo anniversario della Rivoluzione tunisina, l’OMCT ha sostenuto diverse iniziative civiche e associative per sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale sulla lotta contro la tortura, la violenza istituzionale e la necessità urgente di lottare contro l’impunità.

Oggi l’OMCT, con l’appoggio dell’Unione Europea e della Cooperazione Svizzera allo sviluppo e alla cooperazione internazionale, continua a contribuire alla riduzione delle violazioni dei diritti umani commesse dalle istituzioni pubbliche attraverso un sostegno finanziario e tecnico a sei associazioni locali delle regioni interne e dei quartieri marginalizzati con l’obiettivo di rinforzare le loro iniziative di mediazione e di partecipazione attiva presso le istituzioni dello Stato e dei cittadini utilizzando metodi innovativi per « affrontare le violenze della polizia nelle regioni interne e nei quartieri svantaggiati ».

L’OMCT e i suoi partner confermano anche la loro determinazione nel sostenere la continuità delle iniziative che mirano a rivedere le politiche di governo e di sicurezza e a preservare la dignità umana lottando contro la violenza istituzionale e la cultura dell’impunità.

(Traduzione dal francese di Giada Frana)

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