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Tunisia, l’attentato al Museo del Bardo : «Quel giorno qualcosa si è rotto »

Il 18 marzo 2015, giorno dell'attentato al Museo del Bardo, è una data tristemente entrata nella Storia della Tunisia. Da quel giorno, per il Paese è cominciato un periodo molto difficile. Ma cosa ha rappresentato questa data per chi l'ha vissuta ? Alcune testimonianze

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Il 18 marzo 2015, giorno dell’attentato al Museo del Bardo, è una data tristemente entrata nella Storia della Tunisia. Da quel giorno, per il Paese è cominciato un periodo molto difficile. Ma cosa ha rappresentato questa data per chi l’ha vissuta ? Ecco alcune testimonianze.

Cristina Curtoni : « Di quel giorno ricordo che ero a Tunisi in vacanza con i miei figli, allora piccoli, e abbiamo litigato perchè volevo portarli al Bardo e loro volevano andare al centro commerciale. Per fortuna hanno vinto loro! E ancora è un motivo di discussione tra di noi »

Ilaria : « Eravamo a casa a Bergamo io, Kais e Sole. Io mi ero fidanzata da un paio di anni con Kais, quindi non conoscevo quasi nulla della Tunisia, lui si è messo a piangere e a dirmi che non si risolvevano i problemi della Tunisia con il terrorismo e con la morte di persone innocenti. Nel 2016 siamo andati al Bardo e ho visto i proiettili conficcati nel muro e i nomi dei deceduti ».

Gemma Baccini : « Ero a casa con la mia amica Guendalina e le sue amiche italiane venute in vacanza a Tunisi il giorno prima, che si erano davvero impaurite poverine. Per fortuna quel giorno hanno deciso di non andare al museo. L’ambasciata italiana ha chiamato, o qualcuno li ha chiamati, per sentire se tutti stavano bene, sgridandomi perché non ero registrata su viaggiaresicuri. Abitavamo a 500 metri dalla radio tunisina nazionale e hanno blindato la strada per vari giorni perché girava voce che ci sarebbe stato un attentato anche lì. Per fortuna no, ma hanno continuato a controllare i documenti ai passanti per giorni. Quando abbiamo deciso di uscire per toglierci di dosso la paura, nei negozi erano tutti incollati alla tv, c’era un’atmosfera veramente surreale, erano tutti sconvolti. Alcuni amici tunisini mi hanno mandato messaggi per sapere se stavo bene e altri mi scrivevano, in buona fede, fake news lette sui social, tipo stai in casa perché Daech ha detto che entrerà a Tunisi alle 21. Meno male che ho visto il messaggio alle 22! Di quel giorno ricordo la sensazione che si sia rotto qualcosa dentro « 

Angèle Rizzo : « Io non posso dimenticarlo. Prima di tutto perché abito a circa 500 metri dal museo e ho sentito gli spari e poi il 18 Marzo é il giorno del mio compleanno ». 

Monia Belhadj Mohamed : « Oltre al ricordo, lo shock dei buchi di proiettile nelle sale quando sono andata a visitarlo proprio a ottobre 2015. Pietrificata ». 

Manuela Repiquet : « Seguii le notizie in TV, allora ancora non ero mai stata in Tunisia ».

Desio Rivera : « Ricordo di avere deciso di andarci al più presto per essere vicino ai miei amici tunisini, per partecipare al loro lutto. E che, ci andai a settembre. E scrissi la mia più lunga recensione ».

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