Una piccolissima dimenticanza
Un nuovo racconto dal nostro lettore Andrea Negri
Pubblichiamo un breve racconto del nostro lettore Andrea Negri.
Magro, allampanato, sul naso un paio di occhiali con le lenti grandi come fondi di bottiglia. Sempre vestito allo stesso modo trasandato, era stato relegato in una stanzetta sul retro, poco luminosa, quasi a sottrarlo alla vista della clientela. Così ci sembra di ricordarlo contare e ricontare i soldi dei clienti per lunghi trenta anni. La sua puntualità, precisione, affidabilità e pignoleria sul lavoro lo avevano portato, prima lentamente, poi in rapida ascesa, a diventare l’uomo di fiducia del Direttore. Sempre pacato, silenzioso, quasi assent,e ma gli occhi mobilissimi e sempre vigili. Al “Credito Montagnino” era diventato l’impiegato più benvoluto da clienti e colleghi, il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire.
Il progetto aveva preso forma già da tempo in ogni suo dettaglio. Ogni tassello era al suo posto, non c’era rischio di sbagliare. Aveva considerato tutte le possibilità, ne aveva studiato i particolari, aveva una memoria formidabile, soprattutto per i numeri. La maestra lo elogiava sempre quando, davanti alla classe sbigottita, già ad otto anni, faceva complicate moltiplicazioni con tre cifre sotto e tre sopra senza toccare foglio né penna. Il risultato veniva declamato a voce alta, mentre lo sciagurato chiamato alla lavagna per risolvere l’operazione, aveva appena terminato di scrivere la prima fila di moltiplicatori. Con le lettere dell’alfabeto aveva incontrato, invece, incomprensibili difficoltà. Come se la sua mente fosse capace di ragionare solo per algoritmi. Forse, anche per quello era così stringato nel parlare! Con la chiusura dei conti di fine anno, improvvisamente esplose la bomba, non prevista ed imprevedibile! Un ammanco di cassa, assolutamente ingiustificato ed ingiustificabile. Con tutti quegli zeri, poi, una somma spaventosa, impronunciabile!
In quel preciso istante, mentre il Direttore sbiancava, lui era già atterrato in un Paese che non prevedeva l’estradizione. Tutto era andato alla perfezione, meno la tazzina di caffè che la hostess gentilissima, aveva servito, che, a causa di un improvviso vuoto d’aria, si era rovesciata sui pantaloni. Ora veniva la parte più facile del progetto: doveva solo presentarsi alla filiale della più importante banca del Paese con il codice di accesso al suo favoloso conto, ed avrebbe iniziato una nuova vita. Il codice era costituito da una sequenza di numeri e lettere e, nella remota possibilità di non distinguere maiuscole e minuscole, lo aveva annotato su di un foglietto che, accuratamente piegato, aveva affondato nelle grandi tasche dei pantaloni. Già dai primi sguardi, dal sorriso aveva capito che i tunisini sono un popolo gentile, accogliente. Non poteva presentarsi, l’indomani, con quella macchia scura. Non lo avrebbero fatto entrare. Lo prese il panico. Non aveva nemmeno bagaglio con sé, aveva voluto lasciarsi dietro tutto.
Alla reception non fecero una piega. Bastava lasciare i panni sporchi fuori dalla porta e l’indomani li avrebbe trovati lavati, stirati e profumati. Aveva già vuotato le bottigliette del frigobar ed era anche molto stanco. La soluzione più semplice gli parve la migliore. Aggiunse anche camicia e maglione. La biancheria intima la tenne per dormire. L’indomani, già prima dell’ora di apertura, era pronto, vestito a nuovo, lavato e pettinato. Con carta e penna, per estrema sicurezza, cominciò a scarabocchiare il codice di accesso alla sua nuova vita. I numeri erano quelli, manco a pensarci, ma la sequenza delle lettere? E quali erano maiuscole e quali minuscole? Cominciava ad agitarsi. Eppure, lo aveva ripetuto tante volte quel famigerato codice. Non c’era verso. Più lo scriveva, provando le diverse combinazioni possibili, più si faceva strada la possibilità che non fosse quello giusto. Come era possibile? Ma certo, aveva pensato a tutto! Lo aveva anche copiato su un foglietto, ma dove era adesso? Cominciò a tremare tutto, la mano affondata nella tasca del pantalone, le dita appena percepivano una minuscola pallina di carta ancora umida. Aveva solo avuto una piccolissima dimenticanza, che gli era stata fatale! Ma in fondo, era così importante? Nel nuovo Paese conoscerà nuovi amici, e, anche così, comincia un Nuovo Anno!
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