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Tunisia, viaggio da Douz a Matmata a misura di bambini

Un viaggio nel sud della Tunisia con bambini al seguito, tra deserto, oasi e luoghi dove è stato girato Star Wars

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Storia, tradizione, mare e spiagge spettacolari, tutto questo è la Tunisia, splendida punta dell’Africa settentrionale bagnata dal Mar Mediterraneo. A poca distanza dal nostro Paese, la terra dell’antica Cartagine è in grado di offrire una valida alternativa di viaggio per chi ha il desiderio di vivere un’avventura nel deserto, un’esperienza che rimarrà realmente unica. 

Sahara tunisino – photo credits Marco Buratti

Il deserto del Sahara tunisino

Il Sahara, dall’arabo الصحراء, sahrāʾ, “deserto”, con una superficie di 9.000.000 km² è il più grande deserto caldo della terra, (avendo quasi le stesse dimensioni degli Stati Uniti), un paesaggio di rara bellezza, sinuoso, morbido, sfuggente, ammaliante, quasi inafferrabile. Camminare sulle dune del deserto è un’esperienza suggestiva, quasi irreale come la sua sabbia “fesh fesh” impalpabile come talco, che non dà fastidio, ma che poi ritroverai a tonnellate tra le scarpe e i vestiti una volta rientrati a casa. Il Sahara tunisino è la regione ideale per vivere dei momenti fuori dall’ordinario, grazie alla magia della luce, agli spazi infiniti, ai paesaggi desertici; un richiamo che risuona sempre più forte quando la vita moderna si fa stretta ed opprimente. 

La parte sud occidentale della Tunisia è la regione più arida e calda del paese: vasto territorio di laghi salati, sabbia e montagne brulle sulle quali sono arroccati piccoli villaggi berberi in parte disabitati. Il deserto, che dal Marocco si estende fino all’Egitto, ricopre gran parte di quest’area stretta fra i confini di Algeria e Libia. 

Il deserto del Sahara in Tunisia – photo credits Marco Buratti

Douz, la porta del deserto

Il viaggio prende il via dalla città di Douz, villaggio tipicamente desertico, circondato da dune e comunemente denominato “la porta del deserto”, caratterizzato da un colorato e affollato mercato del giovedì, ricco di artigianato, pelli di dromedario, gioielli berberi e allevamenti di levrieri del deserto: un vero e proprio museo di tradizioni popolari. Il manto di sabbia viene interrotto dallo Chott El-Jerid che si estende a perdita d’occhio, con i suoi cristalli di sale e la sua superficie scintillante dove si creano strani miraggi; un’immensa distesa di sale che grazie al sole che batte costantemente forma uno scenario a dir poco magico. A bordo di 4X4 comodi e climatizzati, si parte alla volta del Sud per scoprire il Sahara e le sue immense dune di sabbia, le sue piste pietrose, i suoi palmeti, i suoi punti di acqua, i suoi greggi di dromedari e di capre, così come tutta la fauna e la flora che popola questa immensità. 

Cammelli nel deserto tunisino – photo credits Marco Buratti

Dopo un viaggio di circa 3 ore con alcune brevi pause ristorative, su una pista che solo le guide locali possono individuare e seguire, si giunge nel cuore del Grande Erg Orientale, dove sorge Timbaine, “la montagna che si vede da lontano”, e subito sotto nella cavità delle dune, vi è l’accampamento Camp Mars, qualcosa che va oltre il semplice alloggio, che unisce ecologia a comfort e cordialità, come un pianeta che offre un’esperienza fuori dal tempo e dallo spazio, in armonia con l’immensità del deserto e delle sue stelle. Molteplici le attività adatte a tutti, bambini e non che si possono fare in loco, quali visite ed escursioni guidate sul dromedario, trekking di varie difficoltà, giri su quad a tutta velocità e l’immancabile e divertentissimo sand-board, il più ricercato tra gli ospiti più piccoli. 

Camp Mars, accampamento nel deserto in Tunisia – photo credits Marco Buratti

Dormire nel deserto, senza luce, acqua calda e ovviamente senza alcuna connessione Wi-Fi, accendere un fuoco mentre si ammira un cielo pieno di stelle, sono momenti unici e irripetibili; ah, viste da dentro un deserto le stelle non sono solo stelle, ma sembrano più una grande città che vola, si sposta, si accende e si spegne, uno spettacolo mozzafiato davanti al quale non resta che perdersi nei più bei sogni e disconnettersi dalla propria realtà, anche solo per un po’. Assolutamente da non perdere il pasto tipico dei pastori nomadi: la pasta di datteri e la minestra d’orzo; così come ovviamente il famoso pane del deserto, cotto nella sabbia sotto cenere e brace. 

Tozeur Foto di prof polymath su Unsplash

Nefta – Tozeur

Città sorte dal deserto e raccolte addosso ad immensi palmeti, Tozeur e Nefta sorprendono, affascinano e confondono. La luce cocente del Sahara si riversa nelle stradine dei vecchi quartieri, tra le alte facciate di mattoni biondi. A Tozeur, nota anche come la capitale dei datteri (deglet ennour), palazzi, parchi a tema e musei sono fioriti tutti attorno alla città vecchia, mentre a Nefta, le innumerevoli cupole indicano delle tombe di santi, dominando l’oasi che si accuccia in una conca chiamata Corbeille. Nei vecchi quartieri di questi villaggi si passeggia comodamente a piedi tra le viuzze e i passaggi coperti che regalano una sorprendente sensazione di freschezza sotto il sole del Sahara, ammirando tipiche facciate di mattoni color sabbia e straordinarie decorazioni a rilievo. 

bambina che gioca con la sabbia del deserto – photo credits Marco Buratti

Da non perdere qui sono le oasi, autentiche foreste di palme all’ombra delle quali vi sono dei veri e propri frutteti; molto amato dai bimbi, il giro in carrozza, lento e confortevole, con il quale si apprezza l’atmosfera rilassata e distesa di queste aree. Le zone circostanti stupiscono per la varietà dei paesaggi desertici: catene montuose, altipiani aridi, dune giganti, laghi salati scintillanti al sole. Le oasi sono il frutto del lavoro millenario dell’uomo, che ha fatto nascere la vita e l’abbondanza nel cuore del deserto; quelle di Tozeur e Nefta oggi contano ciascuna diverse centinaia di migliaia di palme.

Marco Buratti e la moglie

Ong Jmal

A pochi chilometri di distanza tra Tozeur e Nefta e a circa 20km dal confine algerino, sorge il celebre sito di Ong Jmal (collo di cammello), luogo straordinario che deve il suo nome alla forma della roccia che vi si erge maestosa; area questa, scelta dal grande regista G. Lucas come location per il suo film cult Star Wars girato per la prima volta in Tunisia nel 1976. Intorno un paesaggio crudo, arido, composto essenzialmente da dune e pietre che cingono il Chott El Gharsa, laddove l’erosione combinata dell’acqua e del vento ha scolpito forme spettacolari e uniche. 

Una famosa campagna internazionale, #SaveMosEspa, costata 300.000 DT, ha salvato il piccolo villaggio, città natale di Skywalker e set di Star Wars Il, dall’essere sepolto dalle dune che avanzano di 15 metri all’anno. Dopo il fenomenale successo di questo lungometraggio, il regista e il suo team tornarono ancora nel sud della Tunisia per le riprese di episodi successivi.

Oasi di Chebika – photo credits Marco Buratti

Solitamente chi sceglie di andare in Tunisia, non si spinge fino a sud, ed è un vero peccato perché ci sono delle piccole perle nascoste che vale davvero la pena vedere.

Una di queste meraviglie sono le Oasi di Montagna, dei veri tesori da scoprire: antichi villaggi, cascate e splendidi laghetti montani, circondati da un paesaggio desertico incantevole; esplorare i canyon e i palmeti annidati nelle rocce di Chebika, Tamerza, e Midès è qualcosa che rimarrà impresso negli occhi e nel cuore per molto tempo. 

Questi piccoli tesori nascosti devono il loro fascino ad un disastro naturale che avvenne alla fine degli anni’60: in seguito a giorni di piogge torrenziali interminabili, gli abitanti dei villaggi si trovarono costretti ad abbandonare le loro case aggrappate ai crinali montuosi e ne costruirono velocemente di nuove più a valle. I villaggi da allora rimasero abbandonati ed oggi fanno parte di un paesaggio estremamente suggestivo, forse uno dei più belli di tutta la Tunisia. Il tempo qui sembra davvero essersi fermato dopo la catastrofica alluvione: le case di pietra e argilla, abbandonate dai loro abitanti, si ergono spettrali sul ciglio dello Wadi; tra panorami mozzafiato sui canyon ci si avvicina al confine algerino dove oltre alla Piccola Cascata e la Grande Cascata di Tamerza, si possono ammirare gli imperdibili Canyon di Midès, con una gola che si estende per 3 km e si contraddistingue per le forme circolari e i forti contrasti cromatici.

cottura del pane del deserto – photo credits Marco Buratti

Matmata è una piccola città immersa in un paesaggio arido, prevalentemente roccioso, con crateri e crepacci e un clima torrido quasi insopportabile che ha costretto gli abitanti di un tempo a scavare le proprie abitazioni sottoterra. Il paesaggio collinare modellato dalle abitazioni troglodite è affascinante. I berberi a Matmata si proteggevano così dal calore. Il consiglio qui è quello di essere rispettosi dei luoghi e delle persone e di non dimenticare che si sta visitando delle dimore private e non luoghi pubblici. 

Dopo aver lasciato l’auto a poca distanza si arriva a piedi sulla sommità di quella che sembrava una piccola collinetta brulla e niente più; appena giunti in cima ci si rende conto di essere in realtà sulla cima di una conca circolare, profonda forse una decina di metri, a strapiombo su un fondo di terra battuta color ocra. Lungo il perimetro numerose nicchie scavate nella roccia fungono da porte e finestre di rudimentali abitazioni. Le pareti della conca sono dipinte con una fascia di colore più chiaro per riflettere la luce del sole. 

Una casa troglodita a Matmata – photo credits Marco Buratti

La visita di Matmata prosegue alla ricerca di altre abitazioni troglodite, che si trovano piuttosto facilmente nelle immediate vicinanze, dove si può entrare all’interno accompagnati dagli anziani abitanti del villaggio. Non è dato sapere se si tratta di una messa in scena ad uso meramente turistico o meno, ma le case sembrano relativamente confortevoli e accessoriate: un fresco ingresso che porta alla modesta cucina in pietra, camere da letto abbellite con tappeti, quadri appesi e antiche fotografie sparse ovunque, una zona adibita a magazzino per le provviste dove c’è una piccola mola per macinare i cereali. È possibile bere un tè insieme a tutta la famiglia all’interno della loro casa, dietro il pagamento di un esiguo compenso, naturalmente. 

Si lascia la città con un misto di sentimenti un po’ discordanti e confusi; siamo stati accolti molto bene da tutti, ma il fatto di poter entrare così nelle case della gente, disturbarli senza preavviso nel loro semplice quotidiano, può sembrare un po’ fuori luogo. È senz’altro un piacere vedere i luoghi dove si svolge la routine degli abitanti, ma sembra anche una forma di invadenza. È un posto unico in Tunisia. Oggi la maggior parte degli abitanti ha cambiato stile di vita e vive nella Nuova Matmata, che è stata costruita nel 1976 a qualche chilometro di distanza.

Una di queste case troglodite ospita oggi l’Hotel Sidi Driss, sito in cui sono state girate le scene della fattoria di Lars in Star Wars. L’alloggio è modesto, le stanze sono formate da singole grotte scavate nella roccia, con bagni in comune, ma il posto è davvero unico nel suo genere, una vera e propria meta di pellegrinaggio per i milioni di fan di Star Wars, persone provenienti da tutto il mondo vengono a visitarlo.

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